In spiaggia, dopo aver detto _No grazie… molte volte, a numerosi venditori ambulanti, ho dovuto cedere alla tentazione, quando è passato un ragazzo senegalese, che chiamerò Khadim.
Aveva due sacche piene di ceste coloratissime di ogni forma e dimensione: piccole e grandi, con coperchio e senza, portapane, portafrutta, portabiancheria…di tutto insomma. Ammirata, ho chiesto informazioni sulla lavorazione.
Mi ha spiegato che le ceste sono lavorate a mano dalle donne del Senegal, abili in questa arte, perchè praticata e tramandata da generazioni.
Sono fatte con fasci di erba njodax, tirati e legati con dei sottili lacci di plastica riciclata, recuperata da vecchie stuoie ed essendo prodotti artigianali, ovviamente non c’è un cesto uguale all’altro.
Mi ha detto anche però, che una volta non usavano la plastica, ma foglie di palma, molto difficili da lavorare.
Non ho potuto fare a meno di comprarne due, una mini e una maxi.
L’acquisto comunque è stato una inaspettata ma piacevole occasione per scambiare due parole con lui. Con modi gentili e fare simpatico, Khadim mi ha raccontato un po’ di sé.
La sua famiglia vive in Senegal, moglie e quattro figli.
Lui viene in Italia per lavorare: fa l’ambulante nelle spiagge d’estate, vendemmia a settembre e raccoglie le olive fino a dicembre. Poi torna a casa. Ma domani sarà di nuovo in spiaggia, sotto al sole, a vendere le sue bellissime ceste.
P.S. Non essendo questo un blog adatto, ho evitato commenti sui risvolti umani e sociali, che stanno dietro alla vendita ambulante degli extracomunitari. Però pensiamoci…
7 risposte
Io ho una montagna di cesti e borse comprati 30 anni fa quando abbiamo vissuto due anni in Mozambico per lavoro. Erano fatti con le foglie di palma e si poteva anche ordinarli su misura agli artigiani che lavoravano per strada, per loro era una importante fonte di guadagno in un paese poverissimo ed erano molto usati dalla popolazione locale per i più diversi usi, anche come portamonete. Io feci fare la culletta con i manici per mia figlia che fu concepita e quasi è nata lì. Ancora oggi continuo ad usarli, sono belli e resistentissimi.
Lo credo. Beata te che hai potuto vedere in loco queste meraviglie di artigianato locale!
I like your writing.
Sono bellissime! e sei stata brava nel parlarne. Io ne ho di vari tipi ma le ho prese all'altro mercato (equo solidale).
@sarah: speravo che qualcuno si accorgesse della delicatezza con cui ho affrontato un argomento non facile. Tu l’hai fatto e ti ringrazio per avermelo detto.
Io su quella piccola ho messo gli spiccioli, su quella grande aghi e rocchetti. 😉
Anch'io non ho resistito, troppo belle! Ne ho comperata una tutta rotonda, che uso per andare a funghi e lui me ne ha regalata una piccolina con coperchio che ho messo in cucina come porta aglio!