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Trasferire una Scritta o un Disegno da Ricamare sulla Lana

ricamare su lana, ricamo lana,

Ricamare è stata un’esperienza divertente, ma non avendolo mai fatto, le difficoltà che ho incontrato non sono state poche.  All’inizio mi son detta: va be’ che ci vorrà mai? Un ago, un po’ di lana e vado su e giù con la mano…

Ho capito subito che la cosa era un pochino più complicata.

Primo scoglio: come faccio a  ricamare una scritta e a riportare delle lettere su un lavoro di lana fatto ad uncinetto, morbido e pieno di buchi? (che diciamolo, non è proprio come farlo su una tela liscia a trama fitta).

Trattandosi di ricamare un logo, il problema più che altro era riuscire a trasferire fedelmente le lettere, le distanze, le dimensioni al primo colpo e senza sbagliare, perché altrimenti avrei sporcato la lana bianca (cosa che non mi potevo permettere). Quindi, niente carte copiative come avevo visto in rete.

Onestamente  non so se esistano sistemi migliori per farlo (immagino di si e quando me li direte mi sbatterò la mano in fronte), ma io ho fatto così:

  • ho stampato la scritta su  fogli di carta;
  • ho ritagliato singolarmente le lettere grandi;
  • ho ritagliato in due strisce di carta la scritta piccola.

Trasferire le lettere grandi

Ho posizionato sopra la piastrella di lana le singole lettere grandi e con un pennarello con la punta sottile ne ho disegnato i contorni facendo dei leggeri puntini in modo da riconoscere facilmente la lettera, ma da non macchiare troppo la lana. 

Una volta tolte le forme di carta, che hanno funzionato come fossero degli stencil, sulla lavoro a maglia è venuto fuori un risultato di questo tipo

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Trasferire la scritta piccola

Non potendo usare lo stesso sistema, per riportare le lettere piccole,  ho invece posizionato sulla piastrella di lana direttamente tutta la scritta  fissandola con degli spilli.

Poi con un ago da lana ho forato lungo le lettere. In questo modo, sempre con il pennarello, non è stato difficile marcare la lana, rispettando i caratteri della scritta e anche gli spazi tra una lettera e l’altra come da originale (ricordo che dovevo ricamare un logo).

ricamare su lana, ricamo lana,

Ora, io non so se il web avrà bisogno di questo post ma, nel caso capiti a qualche inesperta ricamatrice come me, di dover ricamare una scritta e riportare delle lettere su un lavoro fatto a maglia o all’uncinetto, sappiate che questo sistema nel mio caso ha funzionato.

Però se usate altri metodi più pratici e veloci per ricalcare disegni su lavori a maglia, fatevi avanti e raccontatemi come fate. Denghiu!  😎

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23 risposte

  1. Negli anni ’80 andavano di moda i maglioni ricamati, e sulle riviste di maglia dicevano di usare il “cencio della nonna” disegnato e poi sfilarlo da sotto il ricamo. Non ho mai provato ma mi sembra difficile poi tirar fuori i fili del cencio da sotto il ricamo… mah?
    Un sistema che secondo me è adatto anche per maglia e uncinetto è quello dello spolvero. Si traccia il disegno su carta rigida o lo si ricalca su carta da lucido, e si forano i contorni come hai fatto tu con la scritta piccola. Poi si posa il disegno sul tessuto, e si tampona sui buchini una apposita polverina chiamata “spolvero” (o spolvero chimico, o spolvero da ricamo). Poi si toglie delicatamente il disegno e si fa aderire la polvere al tessuto spruzzando dell’alcool con uno spruzzino. Col lavaggio viene via, per lo meno dal cotone in lavatrice, non so dalla maglia lavata a mano in acqua fredda ^^”
    Quanto all’utilizzare altre sostanze invece dell’apposito spolvero, penso che se per te funziona il pennarello allora pennarello forever!
    Questo sistema permette inoltre di riportare disegni perfettamente identici tra loro, usando più volte la stessa carta forata. Utile per riportare uno stesso logo su più capi, oltre che per fare una bordura ripetendo i motivi.

      1. Comprare? Che brutta parola. L’arte di arrangiarsi non insegna nulla? Mia madre usava il fagottino per lo spolvero: pieno di talco per le cose scure, grafite(la mina della matita)o gessetti colorati ridotti in polvere(poveri gessetti rollati con una bottiglia brutta fine)per le cose chiare. Quante cose si apprendono in questo blog:bello veramente.Laura

          1. Proprio tu remi contro la crisi? Ma va lààà. Te lo ricordi il post con il vaso di coccio”scaldato” per scaldarsi? Mitico:non l’avevo mai sentito , sono ancora qui che rido quando ci ripenso e con la parola crisi mi torna sempre in mente. Laura

        1. Infatti ho detto anch’io che si può usare altro al posto dello spolvero chimico 😉

          Rispondo tanto per togliere la curiosità: lo spolvero suppongo che si trovi in tutte le buone mercerie, anche online, e negli e-shop dedicati al ricamo. Ho anche trovato su una rivista che lo si poteva ordinare per posta o per telefono, come tutti gli altri materiali e attrezzature necessarie per realizzare i lavori proposti.

    1. C’è la tela Aida solubile… Credo che sia il metodo più veloce e comodo…la prendi in merceria e su qualsiasi tessuto, asciugamano, maglia, etc, la cuci sopra con un’ imbastitura veloce, ricami, togli il filo di imbastitura e poi metti in un bacinella d’acqua, anche solo il pezzo che hai ricamato, dopo 10 minuti é sciolto e ti trovi solo il ricamo… Ho risposto con secoli di ritardo ma potrebbe servire a qualcuno…

  2. Io non ho mai ricamato su lana e quindi non avrei saputo nemmeno io come fare! Già ricamare occhi, nasi e bocche sugli amigurumi mi riesce un pò difficile a volte… figurati se saprei fare una cosa simile! Leggendo la tua idea del ricamo, mi hai fatto accendere una lampadina! 😉 Dani

  3. Bella la lavagna luminosa,solo per ricalcare(è di mio figlio:sisegna cartoni animati)
    Il metodo più efficace mi sembra quello di Giovanna:ricamare su tela poi sfilare i fili, forse lungo ma il più pulito. Laura

      1. Ciao Doria,
        ma sei proprio una creativa, da dove ti vengono tutte queste idee???

        Comunque, io ho provato diverse volte a lavorare su tela aida e poi sfilare i fili, sembra un lavoro molto laborioso ma in realtà non lo è e non è nemmeno tanto lungo.

        Sai, parlavo di questo post con la mia mamma, che ha fatto la sarta per tanti anni, e lei mi ha suggerito altri due modi che le hanno insegnato quando da ragazzina andava in sartoria per “imparare il mestiere”:
        – si usa,al posto della carta, la teletta termoadesiva che si stira sulla lana e poi si ricama sopra. la teletta rimane all’interno del ricamo e non si vede niente.
        oppure
        – si scrivono le lettere come hai fatto tu sulla carta velina, che viene puntata sulla stoffa da ricamare con gli spilli e poi si ricama prendendo dentro sia la carta che la lana e, a lavoro finito, si tira la carta che essendo molto sottile e delicata viene via facilmente.
        … e me lo dice adesso… ci volevi tu per farle ricordare queste cose di quando era giovane 😀
        ciao a presto
        Giovanna

        1. Da te sempre utilissimi consigli! Grazie!! 😉

          La teletta termoadesiva l’ho provata. Se ci fai caso nel post ricamare-sulla-lana ho messo una foto dove si vede una tela dentro ad un telaio di legno. Ecco quella è tela termoadesiva e ci stavo facendo una prova.
          Ma dovendo ricamare con un ago da lana mi sono accorta che era davvero difficoltoso far passare l’ago. Ci mettevo troppo e il dito faceva male (non uso ditale).
          Così ho optato per ricamare direttamente sulla maglia: qui far passare l’ago è stato molto più facile, anche se il dietro del lavoro non è venuto proprio ad arte :mrgreen:

          Comunque grazie. Quando hai consigli da dare, noi tutte leggiamo molto volentieri!

  4. Denghiu a te. Non provo neanche a pensarlo:un lavorone. Sei stata bravissima(e forse un pò ingenua:pensavi fosse facile….)Complimentoni sinceri, sinceri.Laura

    1. E guarda che prima di fare così, ne ho provati di sistemi!
      Per esempio avevo messo la pezza di lana con sopra la scritta, sopra ad un pannello luminoso che mio marito usava per vedere in anteprima le diapositive.
      Ma non è stata una buona idea.

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