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Dove vendere on line le tue creazioni artigianali [Guest Post]

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Più  volte mi è capitato di dover rispondere alle mail in cui mi si chiedeva quale fosse la vetrina migliore in rete dove poter vendere le proprie creazioni artigianali. Io stessa me lo sono chiesta ogni volta che ho scritto un articolo per “Un’idea per gli acquisti” dove mi capita di promuovere il lavoro artigianale e di parlare di bravi creativi.

Una di queste è Gabriella di Linee Curve che, volendosi aprire uno shop virtuale, su questo argomento si è molto informata e ha scritto per noi questo dettagliato guest_post. 

Condividendo le sue opinioni, Gabriella illustrerà a tutti coloro che creano oggetti hand-made e che vogliono cominciare a vendere sul web, dove e come aprire una vetrina on line.

Se avete commenti da fare o suggerimenti da dare in base alle vostre personali esperienze, potete farlo a fine post. Le vostre opinioni ci interessano.

Alle prese con la scelta di uno shop virtuale

Per chi come me ha aperto un blog per mostrare gli oggetti che le mie mani creano, arriva fatalmente un momento in cui ti chiedi (o ti chiedono) se sei disposto anche a vendere qualcuno dei tuoi oggetti.

Ma come fare?

Cominci allora a documentarti, a studiare le possibilità che hai davanti, comprendi che la scelta è complessa. Questo è il racconto di quel che io ho capito.

Per prima cosa ho capito che per chi ha già deciso di farne un mestiere, la scelta più corretta è dotarsi di un sito proprio, con shop interno.

Ma poi ci sono quelli che vogliono vendere solo occasionalmente, o quelli che non se la sentono ancora di investire in un sito proprio. Allora può essere utile iscriversi a siti dove possiamo creare il nostro “negozio” ed esporre i nostri oggetti, in genere in cambio di commissioni sulle vendite effettuate (dal 5 al 10%). Spesso a questo bisogna aggiungere le commissioni di paypal, il mezzo di pagamento più usato per tutti gli acquisti su internet, strumento costoso, ma è consigliabile offrirlo come mezzo di pagamento, perchè è il più sicuro per gli utenti e per questo molto amato.

Ma quanti siti esistono? Come scegliere?

Proverò a citarne solo alcuni, i più usati, aggiungendo alcune mie riflessioni.

Se cerchiamo una vetrina su un mercato internazionale, se siamo in grado di parlare fluentemente in inglese e disposti a effettuare spedizioni internazionali, dirigiamoci verso Etsy, un bellissimo sito americano conosciuto in tutto il mondo.
In Europa, da vedere anche Dawanda. Più semplice, ma da studiare, è anche Bigcartel, un interessante sito rivolto ad artisti di tutti i tipi. Ricordiamoci però che presentarsi su un mercato mondiale, ricco di proposte, è certamente molto stimolante, ma è molto più difficoltoso ritagliarsi un po’ di visibilità, mettiamo quindi in conto sforzi maggiori per riuscire.

Se vogliamo invece un sito che parli (anche) italiano, il più conosciuto e usato al momento pare essere Miss Hobby,  sito simpatico graficamente, ma il cui limite più grosso è l’estrema lentezza, specie in alcune ore della giornata.
Altro sito è Babirussa, sempre più citato nei blog, ma anche qui c’è qualche problema di lentezza di tanto in tanto. Entrambi offrono un carrello e richiedono commissioni di vendita.

Un sito che mi pare funzionare bene è Artesanum, che è anche del tutto gratuito, perché a differenza di tutti gli altri non offre la comodità del carrello. Questa limitazione, che costringe l’aspirante acquirente a contattare il venditore, per molti si tramuta in vantaggio per via del contatto diretto, molto apprezzato dalle parti.

E infine Blomming, anche se in versione non ancora definitiva. Interessante perché offre la possibilità di avere, con poche semplici mosse, il proprio “negozio” anche su Facebook o sul proprio sito/blog, con un’unica gestione. Al momento tuttavia si può accedere ai negozi già creati solo tramite link diretto, inoltre non è ancora ben chiaro agli utenti quanto costerà il servizio (che al momento è gratuito) in futuro. Questa incertezza a mio parere è un freno alla piena condivisione di questa piattaforma da parte dell’utente. Ma vale la pena tenerlo d’occhio.

Su Facebook è bene ricordare che esiste una applicazione gratuita, si chiama Payvment, ed è in sostanza una vetrina come le altre, applicata alla nostra fan page. Ha però il limite di essere accessibile solo a chi usa Facebook, e inoltre richiede il consenso all’utilizzo dei vostri dati, come tutte le applicazioni. Questo è un limite non indifferente perché allontana tutte le persone che non intendono concederlo.

Ma al di là di queste differenze, cosa ci aspettiamo da un negozio virtuale?

Se abbiamo bisogno solo di una vetrina verso cui indirizzare i propri follower, in modo da indicare in maniera più chiara le condizioni di vendita e il prezzo degli oggetti, uno qualunque di questi siti raggiunge il risultato sperato.

Ma se invece l’aspettativa è quella di presentarci a un pubblico più vasto da quello che già raggiungiamo, per avere una più ampia visibilità?

Il limite più grosso di tutti questi siti è la carenza di domanda, ci sono pochi acquirenti che frequentano il sito alla ricerca di qualcosa da acquistare. Chi acquista di solito è arrivato per vedere un negozio preciso, provenendo dal sito/blog dell’autore stesso. Consideriamo perciò che, oltre a creare, gestire e aggiornare il nostro negozio, dobbiamo anche aggiungere la fatica di promuoverlo.

Forse da questi siti ci aspetteremmo qualcosa di più, un investimento imponente di pubblicizzazione del proprio portale per attrarre lì quella clientela interessata a comprare prodotti artigianali fatti a mano. Che diventino davvero punto di incontro tra domanda e offerta, attivamente, non staticamente. Questo farebbe aumentare il volume delle contrattazioni e quindi la soddisfazione collettiva.

Ma dobbiamo anche ammettere che questi siti ci sono utili, perché è importante scommettere anche sull’e-commerce per la diffusione del prodotto “fatto a mano”. Perché si diffonda l’attenzione per l’oggetto unico, non in serie, per l’oggetto curato e non di basso profilo. Ecco perché io credo che valga la pena scegliere la vetrina che più si adatta alle nostre esigenze, ma scegliamo con oculatezza, studiando bene, cercando di capire su cosa dobbiamo puntare..

E questa è una ricerca del tutto personale.

Gabriella


Aggiornamento

Dal giorno in cui è stato scritto questo post, la qualità di alcune delle piattaforme nominate è migliorata, per altre non ci sono stati grossi cambiamenti.

Informo comunque che nel frattempo sono nate in rete anche altre realtà dove aprire vetrine on line come Alittlemarket e che nei numerosi commenti al post si possono leggere tanti interessanti spunti.

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127 risposte

  1. Ciao a tutte,visto nel frattempo sono passati un pò di anni e siete più pratiche di me a quanto vedo 🙂 ,quale piattaforma mi consigliereste per dei piccoli articoli per noi donne fatti a mano? grazie.

    1. Ciao Sabrina, da quando ho pubblicato questo post le cose sono cambiate tanto. Molte delle piattaforme che c’erano non ci sono più e il fenomeno si è andato un po’ scemando. Una delle piattaforme rimaste degne di nota è Etsy ma occorre un duro lavoro per emergere.

      1. buongiorno, sono interessata anch’io all’aggiornamento su questo argomento
        in che senso il fenomeno è andato scemando? secondo voi è finita l’era dell’handmade?
        Etsy ormai è pieno di rivenditori di cose cinesi, moltissimi oltreoceano si lamentano di questa cosa e purtroppo non è più un sito con una clientela attenta all’artigianato, perlomeno solo una piccola minoranza lo è

        1. “in che senso il fenomeno è andato scemando?”
          Ciao Mara, nel senso che molte piattaforme hanno chiuso e, lo hai spiegato proprio tu, quelle aperte spesso ospitano cose cinesi e la clientela è poco attenta all’artigianato.
          Inoltre, aggiungo io, sono arrivati FB, Amazon e colossi simili che offrono spazi in cui vendere handmade e questo credo influisca molto.
          So, per motivi di lavoro, che sta prendendo il via una nuova piattaforma che potrebbe interessarti, ma ancora ho poche informazioni quindi non mi pronuncio.

  2. Buonasera. Occorre avere la partita IVA per poter vendere saltuariamente su uno di questi siti? Su ecwid, che ha inglobato payment, per aprire un negozio online con il piano base che è gratuito serve lo stesso la partita IVA? Il piano base prevede il caricamento massimo di 10 prodotti.
    Grazie anticipatamente.

  3. Buongiorno, ho trovato per caso questo blog ed ho deciso di porre una domanda sperando che qualcuno mi sappia rispondere. Da anni ho la passione della bigiotteria, la creo e la vendo ad amici e familiari ed anche quella di creare bambole di stoffa. Ho recentemente perso il lavoro e stavo pensando, visto che le mie creazioni funzionano, di provare a venderle su etsy o su ebay, ma navigando in internet ho letto che non si possono lasciare le creazioni nelle vetrine per piu di 30 giorni nell’arco dell’anno. Ma visto che la cosa funziona abbastanza stavo pensando di aprire la partita iva e appoggiarmi ad amazon o altri simili. Ma poi mi è sorto un dubbio, per aprire la partita iva oltre agli adempimenti burocratici serve anche un diploma? Per esempio se io volessi aprire un ecommerce di bigiotteria o di bambole di stoffa secondo voi serve un diploma particolare, per esempio un attestato di sarta per le bambole? Ringrazio in anticipo chi mi risponde.

  4. Ottimo articolo. Mi riallaccio al discorso che molti marketplace ormai sono abbandonati ed in parte oramai inesistenti. vendere su Etsy effettivamente non e poi cosi facile , voi che sia per i tantissimi venditori e prodotti che ci sono o voi che sia per il fatto che le creazioni se le pagano veramente poco e una non compete più. E vero , si fa per hobby e magari per arrotondare, però in qualche modo bisogna anche rientrare nei costi sia per il materiale che per il tempo dedicato. Magari su marketplace solo italiani dove vengono ammessi solo venditori italiani e non cinesi cè più probabilità di vendere e di farsi notare. ALM per me e stato il primo sito su cui mi sono affacciata e mi son trovata benissimo ma purtroppo come molti di voi sanno e stato ceduto ad Etsy. Adesso sto provando manocreativa.it , marketplace gratuito e mi sembra abbastanza semplice e sopratutto italiano , staff gentile e disponibile. Vi aggiorno sul andamento ed intanto vi lascio un auguri per le festività 🙂

    1. Ciao Vanessa, sì certo facci sapere se vuoi!
      So di ALM e mi è dispiaciuto molto. L’ho conosciuto anche io per averci collaborato più di una volta e so che era una bella realtà. Il team era affiatato e aveva saputo aggregare e fare squadra con tutte voi creative. Un vero peccato che non ci sia più.

  5. interessante e sempre attuale questo post, però penso che sarebbe tempo di fare qualche piccolo aggiornamento
    nel frattempo infatti le cose sono cambiate, per esempio su Etsy adesso si possono vendere cose fatte da terzi, altre piattaforme hanno chiuso o sono mezze abbandonate
    Artesanum secondo me partiva da un’idea semplicemente stupenda, ma mi sembra purtroppo abbandonato e le traduzioni lasciano molto a desiderare, peccato, nessuno sa se questo progetto è ancora attivo?
    era molto bella l’idea di un negozio non-negozio dove ci fosse un contatto umano tra clienti e creativi, ormai le piattaforme di vendita dell’handmade sono tutte simili e tutte con lo stesso clima da supermercato, piene zeppe di creazioni vendute per pochi centesimi, rivendite di cose cinesi, falsi artigiani e chi più ne ha più ne metta

  6. Bellissimo articolo e ben strutturato, complimenti ! Ho trovato grazie a questo articolo dei siti che non ne conoscevo l’ esistenza. Grazie

  7. ciao a tutti! io sono iscritta con il mio shop su diversi siti e posso notare alcune differenze.Su Alittlemarket la vendita é orientata su oggetti che hanno la particolaritá di essere unici, le persone cercano qualcosa di molto piú difficile da trovare in giro ed é disposta anche a spendere (cosa giustissima per un’oggetto fatto a mano) su invece Misshobby la cosa cambia un pó, per la maggior parte le persone acquistano oggetti senza dare troppa importanza che quello sia fatto a mano e se il prezzo é un pó piú alto della media lasciano stare, ( ricevo anche molti ordini di persone che acquistano e poi non pagano, cosa che non mi é mai successa su alittlemarket).Su etsy ancora non mi esprimo perché sono iscritta da poco. Altro portale non proprio come quelli appena descritti é Ebay, dove trovi un pó di tutto, da persone che ti fanno i complimenti per l’unicitá dell’oggetto a quelli che cercano di tirare giú il prezzo come se fossero al mercato.Spero che la mia piccola recensione abbia aiutato qualcuno un pó indeciso.:)

    1. Ciao! ho trovato le tue informazioni sui vari siti shop interessanti, è da tempo che sto facendo uno “specchietto” riassuntivo sui diversi shop online che offrono servizio a chi (cerca) di vendere usando internet…
      Se non ti dispiace vorrei usare queste info per dare un senso in piu alla mia ricerca per cercare di dare piu informazioni possibili!

    2. Ciao! E’ da qualche tempo che sto facendo uno “specchietto” riassuntivo dei vari shop online per avere un’indea un po’ piu veloce del servizio che offrono, il tuo posto è stato utile per avere un’idea anche del target di oggetti….
      se non ti spiace vorrei aggiornare lo specchietto usando le tue info (ed è una cosa che devo fare comunque perchè le tariffe basse sono aumentate)

      spero che il post non sia doppio… non come mai ma non riesco a postare….

  8. Ciao Doria ,molto interessanti queste domande e risposte . Io sono una sarta e lavoro per un importante brand . Ho un mio hobby creo degli accessori in tessuti pregiati: seta pizzi ecc.. La mia domanda è : se volessi venderli su un sito ed eventualmente mettermi in regola con partita iva e anche un mio logo, sono obbligata a mettere la composizione del tessuto? O posso farne a meno visto che li faccio io con tessuti che già ho (accumulati in tanti anni di lavoro) grazie saluto

    1. Ciao Morena, mi fai una domanda delicatissima anche perché ho capito il tuo problema. Prima di dire cose sbagliate, parlando di vendita on line, di mettersi in regola, di P.I.,credo sia meglio che tu ti rivolga ad un professionista che ti possa dare tutte le indicazioni del caso. La vendita on line è un settore molto particolare in cui sbagliare è facilissimo e non vorrei darti consigli errati.

  9. Ciao a tutte, di nuovo!
    Non so se può esservi utile, volevo segnalarvi questa piattaforma, compleatamente gratuita http://www.ezebee.com/it
    Oltre ad avere uno shop su Etsy e babirussa, ho aperto un account anche lì, ma per ora non è che si venda..E’ comunque una buona vetrina per farsi conoscere, visto che è un vero e proprio social in cui aggiungere amici, apprezzare il loro Showroom e/o profilo.

    Spero sia d’aiuto!
    Un saluto! ^^

  10. ho appena letto alcuni commenti e anche se le informazioni possono essermi utili(sto cercando un modo x vendere cose fatte da me )è strano che si fermino ad agosto 2014 come mai nessuno ha più scritto ?è cambiato qualcosa?grazie

    1. Ciao Lidia, è normale che dopo un po’i commenti rallentino e poi si fermino. Non sarebbe normale invece averli all’infinito 😀
      Di cambiato non c’è niente, anzi nel frattempo sono nate anche altre piattaforme.

  11. ciao, ho letto con piacere il tuo articolo, considerando che molte persone che fanno handmade si trovano nella stessa difficoltà…
    anche io con l’aiuto di alcune mie amiche di un forum ho fatto qualche ricerca, sui siti che ospitano creazioni, costi vari e commissioni (sul mio fb c’è lo specchietto aggiornato, ci si arriva dal pulsante sul sito).
    Ma è comunque sempre difficile, anche se i prezzi sono bassi e ragionevoli per chi non è sicuro di riuscire a vendere è sempre un rischio.
    Mi sono trovata anche io nella stessa situazione di Michela, ma su Blooming, che purtroppo ora è diventato a pagamento: critiche sui costi… ma mi chiedo… ma leggi tutto no? vedi che c’è scritto che nel prezzo segnato è compreso imballo e spedione???? ma dico io… sei arrivato sul mio spazio e non ti leggi manco 4 righe,,,
    Per quanto riguarda il carrello nel proprio sito sarebbe una salvezza, unico incoveniente serve obbligatoriamente la partita iva, ance se si è artigiani!

    Scusa se mi sono dilungata ma riuscire a parlare/scrivere di queste cose con qualcuno che ne sa qualcosa e capisce il calvario di noi povere “Handmade Jewerly Designer” (fa più figo scritto cosi) è difficile!

  12. Io ho provato Dawanda e mi sono trovata malissimo criticano molto le tue foto come se tutte ci potessimo permettere di fare delle foto fantastiche ti criticano come scrivi i tuoi annunci e i prezzi delle creazioni o troppo bassi o troppo alti o non inclini al mercato non al passo con i tempi o qualche altra cavolata che si inventano.
    Sono molto contenta di questo sito e dei vostri consigli sicuramente proverò un dei siti da voi consigliati.
    Grazie mille
    Michela

    1. Ciao Michela, ti prego di non interpretare male quello che ti dico ma vorrei farti capire come ragionano i gestori di queste piattaforme.
      Io credo che quella che tu chiami “critica” sia solo un modo di Dawanda per mantenere un profilo qualitativo medio-alto delle vetrine da loro ospitate e questo a tutto vantaggio di chi ci vende come te.
      Il cliente che compra non ha altro modo di convincersi ad acquistare se non dalle foto. Quindi più sono accurate e ben fatte più il tuo manufatto avrà probabilità di essere venduto.
      Che tu lo voglia o no al cliente bastano pochi secondi: una foto pessima comunica approssimazione e può far scappare il compratore dalla tua vetrina; una bella foto comunica professionalità e può incuriosirlo e attirarlo. Ti assicuro che non sono cavolate.
      Credo che anche in altre piattaforme sia la stessa cosa. Fidati di chi ti consiglia di migliorare il tuo shop.
      Se poi sbagliano il modo di comunicartelo, questo non lo so e sta alla sensibilità del tuo interlocutore.

  13. Scusate, io non sono commercialista, mi sono informta su come vendere in modo legale essendo hobbista e faccio un piccolo ragionamento: hobbista è chi vende occasionalmente e non ha partita iva, inoltre quando si fa un mercatino è vietato esporre i prezzi appunto perchè è una vendita occasionale e i prezzi non dovrebbero avere un prezzo fisso ma dovrebbe essere una contrattazione. Quindi… com’è possibile che si possa vendere con tanto di cifra esposta qualcosa di fatto a mano ma come hobbista, online? Secondo me è una cosa davvero assurda e mi meraviglio che in pochissimi si pongano questo problema! Io vorrei tanto iscrivermi ad uno di questi shop online e farmi conoscere oltre a sperare di vendere qualcosa, ma non sentirei di fare le cose nel modo corretto.

    1. Ciao Nadia è una domanda che mi sono posta anche io, alla quale non so rispondere (io non ho shop on line e neanche vendo nulla).
      Forse un bravo commercialista saprebbe dare delle delucidazioni in più, oppure anche gli stessi gestori di shop on line.

      1. Doria purtroppo i commercialisti sono spesso e volentieri impreparati su questo argomento, anche perchè è una fascia (non) fiscale di cui non si occupano mai. Sono in attesa di una risposta dal mio sulla questione, speriamo mi sappia dire qualcosa a breve!

    2. Nadia non funziona così. A parte che io so che per Legge i prezzi, per chiarezza e correttezza, vanno sempre esposti laddove si effettua una vendita. La merce che non ha prezzo non si presta alla vendita. La vendita che sia fatta in un mercatino che sia fatta in un negozio è sempre vendita. Hobbista o no la condizione non cambia, non è una contrattazione privata. Il lavoro dell’hobbista ha e deve avere un valore, per lo meno di base (come accade anche per le aste); il valore del prodotto, anche quello fatto artigianalmente è dato da diversi fattori, di base considerando il prezzo base di mercato al quale gli oggetti si riferiscono, di conseguenza: tempo di lavorazione, materiali impiegati, manifattura, consumi dati da strumentazioni, lato artistico e così via. Il prezzo che tu esponi puoi sempre cambiarlo o contrattarlo con il cliente al momento, riservando uno sconto o un’agevolazione, esattamente come si fa con tutti i prodotti anche quelli non artigianali, ma sei tu che valuti e stabilisci se farlo o meno al momento. Per quanto riguarda invece le “prestazioni occasionali” ci sono delle ricevute che possono essere rilasciate, alle quali si aggiunge l’IVA se non è già nel prezzo totale e si mette il proprio C.F., per alcune ricevute(con una cifra superiore ad un tot, andrebbe vista la nuova normativa) è richiesto anche un bollo. Comunque teoricamente l’hobbista che fattura meno di 5.000 Euro annui (se non è cambiato il tetto) non ha obbligo di dichiararli.

      1. Laura scusa se mi permetto, ma forse sei male informata… “Prestazione occasione” sta proprio nella definizione di hobbista, è ciò che esso esercita. I prezzi non si possono esporre in quanto hobbisti proprio a causa dell’occasionalità delle vendite e della mancanza di p. iva. Vendi nei mercatini come a casa e non credo proprio che un hobbista in casa abbia una vetrina con esposti i costi, non hai concorrenza sui prezzi e non segui leggi di mercato. Le ricevute che un hobbista dovrebbe rilasciare sono quelle non fiscali e non si può aggiunge iva dato che non siamo commercianti ma hobbisti, e a rigor di logica servono proprio per dimostrare di non superare il tetto massimo di 4800 euro menzionato nel modello Unico, infatti si possono dichiarare.
        La legge sicuramente non ci aiuta perchè c’è un gran caos e siamo praticamente costrettti a capirci qualcosa da soli, ma non facciamoci ingannare dal “tutto facile”. Lo è, ma rispettando le poche norme che ci sono sull’argomento!

        1. No no mi sono ben informata perché mi serviva altrimenti non starei qui a fare filippiche sull’argomento. Se non so taccio. Poi se le normative cambiano é un altro discorso ma questo é quello che mi é stato detto e che ho letto nei siti preposti. I prezzi vanno esplicitati e la prestazione occasionale va accompagnata da una ricevuta che ne attesti valore e vendita e funga da “bolla d’accompagnamento”. Se la finanza fermasse una persona che ha appena acquistato al mercatino e la stessa non avesse una ricevuta (scontrino) da mostrare, sarebbero rogne. L’Iva va applicata oppure le si deduce dal prezzo e la si riporta. In Italia vige la tassazione Iva quindi va applicata che sia lavoro artigianale, da hobbysta o meno. Proprio in base a quello si calcola il reddito annuale se superi il tetto infatti dovresti aprire P.I. e procedere con l’attività. Quindi l’Iva deve figurare. Comunque sia in tutti i mercatini che sono stata i prezzi c’erano e le hobbyste artigiane rilasciavano ricevuta di vendita. I prezzi si esplicitano anche nelle Mostre d’Arte ….quindi…
          Peraltro meglio essere chiari. Il prezzo dev’essere visibile é questione piu che di legge, di buon senso. Un cliente cmq si scoraggia davanti a prodotti senza prezzo ed é sempre costretto a chiedere e la maggior parte non ama farlo. La contrattazione é sempre applicabile, a discrezione del venditore.

          1. Laura, anche riguardo all’applicazione dell’iva secondo me fai confusione.
            Se non hai partita iva, che iva applichi? Io per esempio ho partita iva e anche se non vendo oggetti ma servizi, pur avendo partita iva non applico iva.

            1. No scusa confusione non ne faccio. A me han sempre insegnato che l’Iva deve figurare.
              Che precisamente non si chiama IVA ma Ritenuta d’Acconto che praticamente è la stessa cosa, ovvero una tassazione. Si chiama così per il lavoratore autonomo occasionale.
              Alla vendita o alla prestazione va applicato il 20% di Ritenuta.

              Vero che non non c’è P.I. ma il C.F. Si , vale appunto anche nei casi di prestazione occasionale o in cui non si ha P.I.
              Va inserito nella compilazione della ricevuta, infatti non a caso trovi lo spazio apposito con la dicitura ” P.I. o C.F. ____________”
              La ricevuta andrebbe compilata così:

              “La ricevuta per prestazione di lavoro autonomo occasionale deve essere predisposta dal lavoratore e deve essere emessa al momento del pagamento del corrispettivo pattuito con il committente. Sulla fattura devono essere riportati i seguenti dati:

              -dati anagrafici e codice fiscale del lavoratore;
              – dati anagrafici e codice fiscale del datore di lavoro;
              – luogo e data di emissione;
              – numero progressivo della ricevuta;
              – descrizione dell’attività svolta e dei giorni per i quali è stata prestata;
              – corrispettivo lordo;
              – ritenuta d’acconto applicata.”

              Fonte: http://www.fiscomania.com

              Io non posso sapere a priori se supereró il tetto massimo di legge di 4.800 Euro per la dichiarazione. Se a fine anno ne ho guadagnati ipoteticamente 6.000 e devo dichiararli, poi, l’iva o meglio la ritenuta d’acconto che non ho messo prima…. dove la vado a prendere??
              Se uno vuole includerla nella cifra di vendita e poi estrapolarla in caso di dichiarazione ok ma di fatto se stai fiscalizzando una vendita con ricevuta etc…in qualche modo salterà fuori, tantovale metterla e comunque sia in caso di controllo della ricevuta, se non figura il 20% di ritenuta, non si è in regola.

              Inoltre si puo anche dire di rivolgersi ad un commercialista ma a meno che non sia un amico, questo andrà pagato per la consulenza professionale e dubito che un hobbista possa farlo. Se non si é sicuri di come muoversi, ci sono siti qualificati che possono fornire modulistiche varie atte al caso e chiarire tutti i dubbi fiscali a riguardo.

              1. Perdonami, ma se dici che l’Iva e Ritenuta d’acconto sono la stessa cosa…un po’ di confusione c’è.
                E comunque ribadisco il concetto che sentire un ragioniere/commercialista sia la cosa migliore.

                1. Vabbeh perdonami tu ma ti stai attaccando ad una definizione, cioè al nulla solo per boh…avere ragione o l’ultima parola? Bah.
                  Intanto qualcuno ha scritto, tu compresa, che non si devono aggiungere iva o tasse…invece a quanto pare così non è.
                  Comunque ho scritto “sono la stessa cosa, ovvero una tassazione” o non lo è secondo te ?.
                  La confusione dove sarebbe visto che poi ho anche riportato delle fonti e spiegato quanto avevo affermato in precedenza?

                  Che differenza c’è tra aggiungere 22% di Iva (com’è oggi perchè quando usavo io era ancora al 20) e il 20% di ritenuta d’acconto??
                  Sono solo gabole burocratiche e diversificazioni nelle diciture ma di fatto sono TASSE a carico del lavoratore autonomo occasionale. Se ti leggi gli articoli del sito che ho riportato, la Ritenuta d’Acconto ha la stessa funzione dell’Iva….ovvero…. riporto… ” concorre a formare il reddito complessivo del percettore, soggetto a Tassazione ai fini Irpef.”

                  Si certo ben vengano ma io ribadisco che se uno ha centoni da dare al commercialista o ragioniere per la consulenza che lo faccia pure ma mi metto nei panni di hobbisti, come si leggono in questa pagina, che iniziano ora o dal nulla e che con ogni probabilità di centoni non ne hanno o non hanno intenzione di pagare fior fior di quattrini per una consulenza che ti può benissimo dare gratuitamente, anche un sito qualificato.
                  La responsabilità resta al singolo non dipende certo da quello che scriviamo nel tuo blog.

                  1. ho letto un articolo scritto da un’avvocatessa dove viene chiarito bene che innanzitutto hobbista è quello che fa il mercatino vendendo oggetti anche non suoi, mentre l’artigiano vero e proprio viene considerato “creativo” che vende opere del suo ingegno, in questo caso, ma anche in quello dell’hobbista, la partita iva è richiesta ovviamente sopra il tetto di 4.800 euro annui
                    se lavori con i negozi fai la ricevuta e la ritenuta d’acconto
                    oltre il tetto apri partita iva
                    quello che guadagni lo dichiari in base alla tua posizione fiscale
                    puoi avere un tuo blog\sito dove mostri quello che fai ma non puoi mostrare i prezzi
                    la vendita sui marketplace è consentita invece
                    dubito fortemente che ci siano fatturati da capogiro tra chi lavora in questo ambito, per cui non ho mai capito questa caccia all’evasore, nemmeno fosse una categoria di gente che evade il fisco di milioni
                    invece penso che tanti artigiani sarebbero ben contenti di superare il tetto dei 5000 per aprire partiva iva e farne un lavoro a tutti gli effetti, ma purtroppo più spesso i guadagni sono talmente esigui

                    1. Ciao hai centrato in pieno il problema, iscrivo nel 2021 e il tuo post è molto precedente ma è proprio come dici tu anche adesso

  14. buongiorno a tutti, mi sono imbattuta in questa discussione per caso, cercando informazioni su spazi online per far conoscere le proprie opere ed ho trovato piu’ di quanto cercassi! grazie!! Vorrei farvi però una domanda, nel registrarmi ad un certo punto mi si chiedono i dati personali. E’ necessario inserire i dati “veri”? oppure non fa differenza se si inseriscono dati di fantasia? (intendo cognome, numero di telefono, ecc)
    grazie mille se risponderete, vi continuerò comunque a leggere!

  15. Io invece mi sto trovando bene su un nuovissimo marketplace, Plummy, in questo sito l’apertura dello shop e la pubblicazione degli articoli è gratis, solo in casi di vendita c’è una percentuale del solo 4% + 0,20 centesimi di quota forfettaria. Hanno anche l’applicazione per far vedere i propri oggetti su Facebook (sempre gratis!). Poi ho visto che loro pubblicizzano gli oggetti più belli sulla loro pagina di facebook, twitter e pinterest, perlomeno cercaano di dare visibilità alle nostre creazioni. Spero di avervi fornito un’ulteriore alternativa. W L’HANDMADE !!! Un saluto a tutte le lettrici. Firmato Domenica

  16. Io non riesco capire dove trovare la info su legalità della vendita ? Creò body per ginnastica ritmica/ artistica, pattinaggio, nuoto sincronizzato…. Vorrei provare fare un passo in più dopo che mi sono fatta ” il nome” in zona dove abito.Se riscontro un interesse per il mio lavoro dopo si vedrà per fare qche piccola società….ma per ora solo progetti per il futuro.Spiegatemi se legale promuovere il proprio fai da te in rete?non ho partita IVA.Posso creare il mio sito internet o meglio un blog?

    1. Per aprire un blog non ci vuole p.i.
      Vendere on line è un altro paio di maniche. Chiedi info al tuo commercialista, saprà consigliarti in base al tuo caso specifico.

  17. Io alla fine mi sono cancellata da Misshobby…:( non mi serviva proprio.
    Ho aperto il mio sitino su weebly..non che risolva le cose, però almeno è più personale 😀

  18. Ciao Martina,
    anche io prima avevo diversi shop e on serve a molto. Pensavo di avere più visibilità, mentre invece non cambia molto. Forse è meglio averne uno solo e cercare di gestirlo.
    Concordo inoltre sulla questione Artesanum.. Solo una volta, l’anno scorso, un utente mi aveva chiesto info riguardo ad un prodotto, ma poi la questione è morta lì…

  19. Buon pomeriggio a tutti. Sono d’ accordo con quanto scritto sopra. Solo da poco tempo sono su artesanum e ho visto che tutto é difficile. Ricevo qualche visita, ma nessun commento o suggerimento. Ho aperto anche una pagina facebook, ma anche lì poco. Eppure i miei prodotti sono molto carini. Realizzo bijoux traendo spunto dall’ artigianato sardo, visto che la mia terra é la Sardegna. Addiritura se metto il nome del mio negozio su google non me lo trova neppure, ma solo se scritto tutto attaccato..mah…Forse devo ancora capire bene il meccanismo. Certo, mi farebbe piacere vendere on line i miei bijoux, ma anche i commenti e suggerimenti sarebbero graditi, invece, nulla. Al momento solo qualche vendita col passaparola delle amiche. La cosa che mi piace é il fatto di vedere i miei monili indossati da persone che neppure conosco, che soddisfazione. Un altro motivo per riuscire a vendere qualcosa, é avere la scusa per poterne creare degli altri e rifarmi delle spese per il materiale.
    Sto pensando inoltre di aprire pure degli account su altri shop online, ma non vorrei perdere il controllo della situazione.
    Voi che ne dite?
    Ringrazio chiunque voglia darmi un sugggerimento.

  20. Concordo con Marta ed aggiungo che le persone comprano, all’80%, da negozi già molto conosciuti e con parecchi feedback, il mantra di questi negozi Online è sempre lo stesso “vetrina curata, sempre aggiornata” ma non funziona così. E’ il passaparola ed è più spesso invece la notorietà online che fanno la differenza, non è nemmeno più la qualità dei prodotti, ne i prezzi, ne tantomeno “gli oggetti giusti” che poi cosa significa gli “oggetti giusti”? non esistono “oggetti giusti” dipende da cosa si fa e da cosa si cerca, c’è gente che vende fuffa… ma la vende molto più di venditori che propongono belle cose e che invece non riescono a piazzarle. Questo perchè c’è un ignoranza generale e le persone puntano sempre e solo al risparmio, mai alla qualità. Comunque ce n’è per tutti. La realtà è che se sei noto hai molte più possibilità è un pò come in tv, se ci stai per 5 minuti, indipendentemente che tu abbia qualità o meno… diventi un “Mito” e se ti metti a vendere cenere è molto più probabile che le persone comprino cenere “visto che viene dal Mito”. Stessa cosa vale per artisti ed artigiani sul web, se vinci concorsi (quasi sempre gestiti in maniera dubbia) se hai tanti “followers” se conosci tante persone, se fai corsi, se finisci su riviste di un certo tipo…. allora vendi e non conta più ne qualità, ne originalità, ne bellezza di ciò che fai o vendi… conta da chi proviene. Perchè tutti gli elementi sopra citati, “aumentano il valore della persona” e più questo avviene e più feedback hai più, più feedback hai più fiducia ottieni. Per chi non ha questa fama è tutto mooooolto più difficile qualsiasi cosa faccia, la concorrenza di questo genere sarà sempre la più ardua da sconfiggere, soprattutto in tempi di crisi.

    1. Concordo in piano con Laura..io ho trovato solo una persona che periodicamente acquista qualche cosa, e altri oggetti li vendo tramite la merceria della sorella del mio ragazzo, ma niente di che…
      Vedo persone che vendono oggetti fatti malissimo e poco curati 🙁

    2. Si chiama Personal Branding e costa tanta fatica. Se fosse così facile diventare “miti” come dici tu, lo saremmo tutti non trovi?
      E poi chi stabilisce cos’è fuffa e cosa no? Il confine forse è molto soggettivo 😉

      1. Il mio era un esempio di come le persone siano altamente condizionate e condizionabili da tutto fuorché dalla qualità. Se sei famoso o conosciuto qualsiasi cosa tu proponga… va bene e batte tutte le altre, anche se qualitativamente uguali o addirittura superiori. Mi spiace parlo per esperienza non per sentito dire, frequento un mondo d’arte molto competitivo dal quale mi sono discostata perchè non mi appartiene è alla stregua di concorsi truccati e quant’altro perchè in ogni mondo che sia esso lavorativo o artistico, ci sono moltissimi interessi dietro e chi ha le conoscenze giuste ha molte ma molte più possibilità rispetto a chi come dici tu “fa fatica” io ho fatto fatica… Il personal branding varrebbe se tutto fosse limpido e pulito ma così non è purtroppo e il non “vedere” o non voler vedere come stanno davvero le cose è il primo sintomo di quanto le persone vivano nel Paese delle Meraviglie di quanta ingenuità, ignoranza (detto in termini di ignorare ovviamente) e di quanto ci si faccia abbindolare dalle cose “sbrilluccicose” (in senso di idolatrate). La Fuffa si distingue eccome, p nel momento in cui la qualità è inferiore (e si vede) non c’è originalità (quelli che copiano… vendono più degli originali), non c’è cura, non c’è mercato leale e rispetto… quella è Fuffa. Oggi si alzano tutti di botto e tutti si improvvisano artigiani ed artisti, improvvisano due cose viste fare agli altri, magari anche fatte male e spacciandole per loro e…. soprattutto, visto che non è passione vera a guidarli ma solo passatempo e guadagno facile… sparano prezzi bassissimi danneggiando il mercato e di conseguenza la vera qualità, mancando di rispetto a chi invece lo fa con altro Spirito. 🙂 Questa è ciò che vedo, che sento anche da altri con la stessa esperienza e che comunque se uno osserva attentamente… può notare benissimo da sé, ma occorre essere oggettivi ed obiettivi, il prosciutto sugli occhi credo abbia fatto abbastanza.

  21. Anche io utilizzo alcuni di questi come Artesanum e MissHobby.
    Peccato che poi poca gente compri9 effettivamente online..
    Grazie comunque per i consigli! 🙂

  22. ciao a tutti, io solo da poco realizzo bijou prendendo spunto dall' artigianato sardo, come i bottoni o "su coccu" che é una pietra dura.
    Ho trovato molto interessante questo blog, vorrei poter vendere le mie creazioni rimanendo nella legalità. Vorrei altresì vendere anche per poterne realizzare altre e rifarmi delle spese…altrimenti che cosa me ne faccio di tanti monili? non posso solo regalare, non ho altre entrate per cui devo almeno rifarmi. Accetto volentieri consigli.
    Martina

  23. Grazie Doria , tutto quello che ho letto mi è servito molto , condivido con laura quando scrive di non svendere i propri lavori – Bisogna dargli un giusto valore , il tempo impiegato ,l'originalità e l'esclusività hanno un valore da non sottovalutare mai. per quanto riguarda i negozi on-line io mi sono iscritta su artesanum. Mi piace perchè è semplice da usare ,veloce  e non si pagano commissioni  – A volte visitando gli altri negozi vedo immagini improponibili e scattate è vero sulla tovaglia di plastica della cucina. Comunque artesanum ha spazi appositi dove da  consigli  e risponde ai tuoi dubbi-  Ma per vendere ci vuole ben altro- farsi pubblicità- non è facile vendere sopratutto di questi tempi, e poi quanta gente non sa ancora usare il computer- Io quando dico che ho aperto un negozio on-line mi guardano come se venissi dalla luna-per adesso ho solo la soddisfazione di essere visitata e spero nel futuro di vendere qualche cosa – GRAZIE

  24. Ciao a tutti e complimenti per il post
    vorrei sapere se qualcuno ha esperienza di vendita su A Little market che non vedo citato. Noi ci siamo iscritti,ma ancora non abbiamo iniziato a inserire articoli. Grazie a tutti.
    Giada

  25. Si è così, lo fanno sembrare semplice ed immediato ma non lo è davvero. Mi è capitato di leggere articoli, anche su riviste molto note (una di recente per altro) dove si parla proprio di questa piattaforma, anche più volte, in modo troppo rassicurante e semplicistico. Leggevo proprio giorni fa di una ragazza che fa pupazzi e su Etsy, lei ce l'ha fatta, ha aperto anche un suo negozietto vicino casa e a quanto pare è conosciuta, riconosciuta e soprattutto da quel che ho letto sul blog anche molto pubblicizzata, insomma brava sicuramente ma con i contatti giusti. Anche questo conta, soprattutto oggi.
    Sia chiaro, lungi da me scoraggiare, anzi io per prima le tento tutte, provare si può sempre e si deve, anche perchè non è certo detto che vada per tutti allo stesso modo, però sempre tenendo ben presenti… limiti e possibilità, che la cosa può andar bene come no, cercando poi di non investirci più soldi e tempo di quanto alla fine la situazione ne valga.
    E permettimi di aggiungere una cosa ancora, che mi preme molto, per le tue lettrici….vi prego Non Svendete ciò che fate!! il prezzo basso può sembrare una vendita sicura ma svendere significa compromettere il mercato proprio e quello altrui è come una sorta di "concorrenza sleale" per parlare in termini commerciali. Spesso chi  fa queste cose solo come hobby non comprende chi invece lo fa a tempo pieno cercando di viverci (visto poi che il lavoro non c'è) e quindi spesso l'hobbysta applica prezzi stracciatissimi, per la serie "lo faccio perchè ho tempo libero la domenica e magari arrotondo guadagnandoci qualcosina"… vi prego non fatelo!, date il giusto valore artistico ai vostri oggetti, al tempo che impiegate nel farli ed ai materiali che usate, seguendo una linea di mercato, nel rispetto altrui. Capisco che i tempi sono quelli che sono, il venirsi incontro va bene, lo capisco perfettamente, ma, complici anche le grandi produzioni seriali, l'Artigianato vero… sta scomparendo e  così facendo è sempre più a rischio. 
    Grazie a te Doria per gli articoli che fai  e per  l'opportunità che offri di parlarne. ^__-

    1. Ciao a tutti e grazie dei vostri suggerimenti
      Stò provando a fare qualche cosa per mia moglie nonostante tutto e spero non vada a cadere la sua creatività non trovando soddisfazioni in questi tipi di negozi. Ho aperto un negozio con Easy pur non sapendo l'inglese mi arrangio con il traduttore di Google, avete qualche idea sui costi per le spedizioni all'estero? E cosa convenga fare per non strapagare ?
      Grazie dei vostri suggerimenti e complimenti per i post

    2. Ho letto con molto interesse il tuo post e tutti i commenti successivi. Lavoro da anni nel settore della bigiotteria ma solo ora sto iniziando a fare cose in proprio e vorrei cercare di venderle. Da tutto ciò che ho letta a dire il vero sono uscita un po’ sfiduciata perchè mi sembra di capire che forse è meglio se mi dedico a cercare negozi reali e non virtuali dove vendere i miei bijoux anche perchè lavoro proprio x un negozio dove si crea bigiotteria, anche se è un po’ diversa dal mio stile, e concordo con coloro che parlavano di concorrenza sleale rispetto a prodotti a basso prezzo e bassa qualità ma “modaioli”. E’ davvero un periodo difficile per il buon artigianato, ormai tutti si improvvisano però farò comunque un tentativo su uno dei siti sopracitati e vedremo. Grazie ancora delle info

  26. Porto la mia esperienza, che fino ad ora non è stata affatto positiva… lasciando perdere Ebay che oramai non da più molto spazio nemmeno lui… vorrei parlare dei miei 3 anni in Etsy….
    è questo il mio deludente bilancio =  tanti followers, tanti contatti per il famoso "circle" ma vendite… quasi zero, in 3 anni, 2 piccolissime vendite e soprattutto ho speso decisamente troppo, guadagnato… nulla! Trovo sia una Piattaforma di vendita, per quanto professionale e ben organizzata,  fortemente penalizzante per il mercato italiano, sempre più costoso anche per materiali e spedizioni e messo ahimè sempre più in ombra.
    Etsy purtroppo richiede molto tempo a mio avviso, a questo punto, "perso" quà e là per farsi vedere, passano veramente delle ore, inconcludenti, soldi che vanno per cercare di essere visibili e di pubblicizzarsi, con promesse di strabilianti statistiche d'accesso (le ho provate tutte e zero risultati) ti dicono di investire tempo per fare treasury list "per essere visibili", ma che alla fine guardano in pochi (quelli di cui tagghi gli oggetti e basta) e che non portano veramente a nulla, collegamenti alle chat (in inglese) ai famosi "Lab" con persone "addette" che ti dicono come migliorare, cosa fare, ma poi… boooh, tanti tutorial ed aggiornamenti anche via mail ogni settimana…ma alla fine ti dicono sempre le stesse cose… in centomila modi diversi…
    Insomma io personalmente non lo consiglio, non per gli italiani per lo meno, tanti vendono, ma da quel che ho notato io, da una mia personale statistica sono solo negozi stranieri, la Cina per i prezzi bassissimi e l'America perchè i costi di spedizione sono contenuti e quindi va da sè che se qualcuno vuol comprare un regalo per sé o per qualcun altro, per quanto possa piacergli ciò che fai tu, aldilà dell'Oceano, ci pensa due volte ed alla fine sceglie il negozio vicino casa. Di sti tempi… come biasimarli? Non si può però intanto noi rimaniamo veramente indietro! Per non parlare della scarsa popolarità che di conseguenza fa perdere fiducia nel cliente che vorrebbe acquistare… è un cane che si morde la coda, se non hai feedback, sei straniero, hai costi alti…. non comprano e se non comprano la popolarità ed i feedback non crescono e questo alla fine incide moltissimo.
    Ti dicono di fare prezzi non troppo bassi, di dare il giusto valore ai prodotti perchè altrimenti il cliente davanti ad un prezzo basso pensa sia di scarsa qualità… eh forse questo vale per pochi eletti, perchè per noi… non è così, o ti svendi e vendi qualcosina, però poi non guadagni ne il tempo che investi ne il materiale che usi o non ottieni nulla di nulla se non indifferenza.
    Ora onestamente… sto un pò abbandonando Etsy, tengo giusto due cose perchè alla fine ti vien automatico pensare "dopo tutta sta fatica…. chiudere sarebbe stupido, magari capita il cliente giusto nella giornata giusta chissà" però oramai ho perso decisamente le speranze su quella piattaforma.
    Dawanda idem, stessi anni, ma anche lei…. non mi ha dato nulla, nonostante sia più vicina e con una clientela molto più Europea, cosa che inizialmente mi dava più speranze rispetto ad Etsy, non porta a nulla… visibilità… pari a zero!
    Oggi mi sono iscritta a Blomming ed a Babirussa…  ho iniziato a mettere qualcosina e devo ancora scoprire tutte le opzioni e le caratteristiche che offrono, quindi è ancora un punto interrogativo molto grosso anche perchè la popolarità di Etsy resta molto più ampia pertanto lascia poche speranze di vendita sulle altre piattaforme, però non è detta l'ultima, magari cambiando range di clienti con una concorrenza diversa e meno accanita, forse, qualche possibilità in più potrebbe sorprendentemente stupirmi! Lo spero vivamente…. ^_^
    Faccio un in Bocca al Lupo a tutti gli Artigiani/Artigiane/Artisti italiani, perchè se prima era difficile oggi è quasi impossibile recuperare il terreno… speriamo che per le feste le persone scelgano l'Handmade e facciano girare un pochino di più quest'economia, ridando il giusto valore almeno per un pò di tempo… a questa nostra artigianalità sempre più sottovalutata e dimenticata.

    1. Ho letto con interesse le tue impressioni riguardo all’argomento. Grazie mille per averle condivise con dovizia di particolari.
      Sono sicura che saranno utili e faranno riflettere tutte quelli che voglio aprirsi una vetrina e che pensano che la vendita on line sia una cosa semplice come a dirsi.

    2. sono passati 5 anni ma le cose vedo che sono sempre identiche
      infatti, il post di Laura potrei averlo scritto io
      non ho ancora capito quali sono i criteri di successo di un negozio su Etsy o altrove
      il branding ok, ma quanti ormai ci marciano? c’è chi vende fuffa, nel senso cose non particolarmente originali o belle, ben confezionata, ma allora in che cosa ormai è diverso un prodotto artigianale da un prodotto qualsiasi ben reclamizzato?
      bah

  27. Tra pochi giorni sarà possibile comprare e vendere artigianato italiano (artigiani con attività e P.Iva)
    su madeinitalyfor.me con la possibilità di richiedere oggetti personalizzati o su misura..
    vi aspettiamo!

  28. Ciao Alex,
    Artesanum, per quello che ho capito, è un progetto sociale del grupo intercom, e quindi lavorando dentro di questa struttura, penso, lo posano fare, io sono un po ignorante riguardo come funziona il business, ma in questo caso , loro sono riusciti a offrire un servizio gratuito – senza parlarne ovviamente di paypal, ma sapiamo che è un altro par di maniche-, (tutto gratis non si può!).
    tra l'altro artesanum fa donazione di quello che guadagna con questo sito a paesi in via di sviluppo che hanno l'artesania come principale fonte di guadagno- ad essempio da me ci sono ancora comunità indios che hanno la ceramica e il tapiz come attività o lavoro…e questo è, dentro del mondo di negozi, una bella iniziativa…in qualche modo sembra che, si può aiutare agli altri e allo stesso tempo.. guadagnare!…
    lascio il link…
    grupointercom.com/artesanum
    ovviamente ci sono altri siti molto validi come ulaola, etsy… anche se sono a pagamento, funzionano molto bene e posono aiutarti…c'è per tutti…
    Mariana.

  29. Ciao Mariana, ma come fa Artesanum ad offrire i suoi servizi se non prende niente dagli inserzionisti? Per far funzionare dei siti web servono molti soldi…

  30. Ciao ragazze,
    se siete alle prime armi e ancora non vi decidete come me a fare un sito web personale e volete vendere ciò che fate…vi raccomando caldamente artesanum, perchè non solo è del tutto gratuito, da poco offre la funzione carrello! (bisogna sapere che però paypal ti prende una percentuale per ogni vendita.., comunque, non lo fa artesanum)
     io mi sono trovata sempre bene, è da tre anni che ormai sono con loro, nella mia madrelingua spagnola ,ma anche disponibile in italiano…
    Buona fortuna!

  31. grazie a te Doria per aver deciso di affrontare questo argomento!
    Mentre studiavamo il nostro progetto, girando per i vari mercatini e ascoltando la rete abbiamo avvertito che il discorso sulla mancanza di pubblicità rivolta verso gli acquirenti era davvero un punto cruciale.
    noi abbiamo deciso quindi sia in fase di lancio di investire su diversi canali pubblicitari indirizzati a possibili acquirenti: abbiamo affisso cartelloni giganti in tutte le fermate delle metro di Milano e Roma, abbiamo una campagna regolare di spot e citazioni su Radio Italia e banner e skin su virgilio.it. 
    anche sulla rete ci stiamo muovendo in diversi ambienti differenti sia per la ricerca di creativi sia per gli acquirenti. 
    per ora queste iniziative ci stanno dando soddisfazione e sembrano essere apprezzate dai nostri utenti.
    ciò non toglie che siamo sempre alla ricerca di consigli per migliorare e chi più di voi del settore può aiutarci!? =)
    grazie ancora per lo spazio e per la gentilezza
     
    buon lavoro a tutti!
    ulaola

  32. ci siamo anche noi!
    piccoli, nati da poco ma italianissimi e molto volenterosi!
    ci piace l'idea di essere una shopping gallery online ma anche di mantenere un forte contatto con il territorio.
    vi invitiamo a venirci a trovare su ulaola.com …
    sono graditissimi consigli e osservazioni! l'ideale  collaborazione tra voi creativi e noi di ulaola… porterà il portale ad essere ogni giorno sempre più in linea con le necessità di tutti!
    vi aspettiamo

    1. Grazie per aver lasciato un vostro commento. Questa interazione rende sempre di più interessante l’articolo.

      Ero a conoscenza della vostra nascita, ma è avvenuta dopo la pubblicazione di questo post.
      Comunque buon lavoro!

  33. Ciao! io ho da poco aperto il mio negozio online filathome.it ,  ho deciso di creare un ecommerce personale perchè mi sono lanciata in questo mondo full time. Però sto anche pensando di aprire un account su Etsy. e poi, visto gli innumerevoli consigli di questo post proverò anche con Blooming.
    Grazie

  34. Ciao a tutti/e, giusto un aggiornamento su Misshobby.com Il sito è stato recentemente acquisito da una nuova società e proprio ieri abbiamo ultimato lo spostamento su dei nuovi server.
    L'estrema lentezza citata nell'articolo è un ricordo passato: adesso il sito è velocissimo, e nei prossimi mesi ci saranno molte novità!
    Se non passate da noi da un po' di tempo, tornate a trovarci!

  35. Vi racconto la mia eperienza…
    Ho iniziato a creare gioielli ed accessori nel tempo libero, e, dato che piacevano molto a tutte le mie amiche ho deciso di venderne alcuni online! Ho fatto molta fatica a comprendere come funzionasse il mondo dello shopping online e tutti i siti-vetrina che la rete offre creano molta confusione! Poi dopo estenuanti ricerche e con l'aiuto di forum e siti come questo sono approdata su blomming!!!
    Il sito è molto ben organizzato, gli amministratori sono gentili e disponibili ed in quanto a completezza, beh, che dire la parola embed è diventata fondamentale nel mio vocabolario!
    Alla fine il risultato sperato è stato raggiunto! Grazie Blomming!
    Per farvi un'idea vi rimando al link fb in cui ci sono i link allo shop blomming al blog, così potete vedere come funziona. : facebook.com/CcJewelsDesign

    1. Grazie mille per il tuo feedback che a quanto pare è positivo.
      Non conosco personalmente lo staff di blomming, ma ne ho sentito parlare sempre bene.

  36. salve, se volete ora potete aggiungere anche Articheria , anche qui si possono vendere prodotti artigianali di ogni tipo, solo con costi di commissione senza aprire nessun negozio.
    pensiamo a tutto noi, comprese il corriere che viene a casa a ritirare l'oggetto acquistato.

    1. Ciao, ho cercato Anticheria ma non l ho trovato. Trovavo interessante che il corriere ritirasse a casa. Cmq mi accorgo che la discussione e molto vecchia… Ciao manuela

  37. Salve,
     per quanto riguarda gli aspetti fiscali ?  Ultimamente la finanza  gira anche nei mercatini.  Gli introiti e guadagni  che arrivano dalle vs. vetrine  bisogna  denunciarli ?   Grz, Silvia

    1. Ciao Silvia, io non ho vetrine on line quindi non ti so rispondere.
      La cosa migliore che puoi fare è scrivere una mail direttamente agli staff che gesticono questo tipo di siti.
      In alternativa prova a chiedere al tuo commercialista.

  38. Grazie LineeCurve per questo bellissimo contributo…Io cominciai, in contemporanea all'apertura del blog, con Dawanda (perchè europeo) e poi mi diressi su Miss Hobby e Artesanum.
    La mia intenzione, dopo aver trascurato le mie vetrine on line non ricevendo forse il contributo di visibilità che mi sembrava poter ottenere da loro e ridurre la mia presenza in tal senso solo ad una vetrina….Per concentrarmi sul contatto diretto che al momento FB e il mio blog mi consentono con chi è veramente interessato alle mie creazioni….

  39. ciao,ho un quesito…..vorrei vendere degli oggetti fatti da me ed avevo pensato di aprire un blog a questo scopo….posso farlo?E' completamente legale come cosa?grazie in anticipo e complimenti per la pagina!

    1. Ciao Sara, se mi parli di aspetti legali preferisco non darti informazioni legali. Vendere on line in un sito proprio, è una questione delicata di cui forse dovresti parlare con il tuo commercialista.
      Però se sei capitata in questo post, forse avrai letto della possibilità di vendere le tue creazioni tramite gli shop virtuali.
      Magari puoi provare prima con quelli.

  40. Vorrei dire la mia opinione; Ho aperto da poco due negozi on-line di artigianato, uno su blomming e uno su artesanum. Fino ad ora l' unico negozio che mi da più soddisfazioni è Artesanum. Non che non mi piaccia Blomming, ma anzi, sarebbe un buon progetto, ma gli aggiornamenti e i miglioramenti delle funzioni della piattaforma sono molto lente, e tante persone (amici) a cui chiedo di visitare il mio negozio offendogli i due link preferiscono cliccare sul link di artesanum perchè è più veloce e più strutturato bene.
    A questo punto voglio comunque spezzare una lancia a favore di Blomming. Essendo ancora in prova è ovvio che ci siano ancora dei piccoli problemi di funzionalità del sito; ma vedo che comunque i responsabili del sito si stanno dando da fare per migliorarlo sempre di più seguendo i nostri consigli. A mio parere diventerà una piattaforma di e-commerce che farà concorrenza a e-bay, se non applicherà  costi esagerati per usufruire del servizio e sopratutto se FARA' PUBBLICITA' A TUTTI I NEGOZI SENZA DISTINZIONE! (CHE E' PER ME UNA DELLE CARATTERISTICHE FONDAMENTALI PERCHE' POSSA FUNZIONARE).
     
    Ora come ora siamo 1 a 0 per Artesanum ma il punteggio potrebbe cambiare con il tempo 😀

    1. Adoro ricamarea a punto croce ed unire a questo piccoli lavori sartoriali al fine di creare un prodotto unico e irripetibile….ho già un mio lavoro non ho la partita Iva e sinceramente non intendo aprirla….posso per esempio pubblicare su Artesanum i miei lavori e venderli tranquillamente ?grazie

      1. La parola tranquillamente non la userei in questi casi. Puoi vendere, punto. Poi sta a te sapere che devi dichiarare comunque gli introiti. Per tutte le info puoi chiedere al commercialista.

  41. Bellissimo articolo, l'avevo già letto un po' di tempo fa ma ora torna a proposito in un momento in cui sto riflettendo parecchio su questo argomento!!!

  42. Grazie per le utilissime informazioni ma il mio dubbio è non avendo una partita iva si può effettuare la vendita ? E' necessario emettere una ricevuta con il proprio codice fiscale oppure come si dovrebbe procedere ?Grazie mille

    1. Questo tema è sempre un po’ spinoso e non vorrei dare consigli o informazioni sbagliate (non sono commercialista 😉 ). Quello che so io è che chi vende creazioni proprie, frutto del proprio ingegno e lavoro manuale (non fatte in serie) può vendere ai privati senza emettere fattura o ricevuta e non è necessario avere P.I. , sempre che il ricavato non superi i 5000 euro annui. Questa è la normativa a grandi linee per chi fa mercatini per hobbisti.
      Non so se la vendita nelle piattaforme tipo Miss Hobby, Artesanum, Etsy etc sia uguale, mi verrebbe da pensare di si. Comunque ti consiglio di chiedere a chi gestisce le vetrine on line, o anche a un commercialista che di queste cose ne sappia qualcosa (raro).

  43. ciao!!! grazie mille a chi a scritto questa recensione perche mi serviva da morire!!!! voglio fare la stessa cosa e il primo negozio che mi era venuto in mente era ebay pero è troppo grande!!!! quindi ora guardero questi siti qui citati!!! avevo una domanda da porvi! ho visto un po babirussa, miss hobby e artesanum! e da come ho capito, il primo richiede il 10% di commissioni, il secondo 5% e il terzo nulla!!! questo conta! pero preferisco pagare il dieci per cento ma far si che comprino! quindi le mie domande sono: qual è il piu famoso dei tre? quello piu popolare e frequentato? se c'è! e la 2: è possibile creare un negozio in tutti e tre i siti con la stessa merce e stessi prezzi? per ampliare la possibilita di essere visti!! poi se mi richiedono un oggetto su uno dei tre, tolgo lo stesso oggetto dagli altri due siti perche l'ho venduto!! e possibile? grazie mille a tutti!

    1. Ciao Nina rispondo alle tue domande:
      _Più famoso? Non saprei. Forse alla pari fra miss hobby e artesanum.
      _Più popolare e frequetato (idem come sopra)
      _Credo di si, magari senti e chiedi ai gestori delle piattaforme.

  44. Grazie per questo post che mi ha chiarito molto le idee sulle piattaforme che rendono visibili le nostre creazioni. Anch'io sono una creativa che per il momento partecipa a qualche mercatino per poter capire se i miei oggetti vengono apprezzati o no…e direi di si…per cui sto organizzando un blog, però il mio dubbio più atroce è: quali sono i passi per mettersi in regola con la legge? Insomma bisogna iscriversi all'albo degli artigiani? E come si fa quest'operazione?
    Grazie mille per l'attenzione..e ancora grazie per questo prezioso post
    Ciao Ciao

    1. Ciao Mary, se fai già mercatini credo che tu sappia già che non bisogna essere iscritti da nessuna parte (se fai quelli per hobbisti e non quelli per commercianti ambulanti).
      Se invece mi chiedi se per aprire un blog devi essere iscritta agli artigiani ti dico di no. Un blog è uno spazio libero dove puoi condividere le tue cose. Condividere significa mostrarle, commentarle, spiegarle con gli altri.
      Se invece di un blog vuoi aprirti un sito commerciale dove vendere le tue creazioni, beh, allora devi andare dal tuo commercialista. In questo caso ci sono iscrizioni da fare, e regole e norme da rispettare.
      L’alternativa è offerta dalle piattaforme come etsy, blomming, miss hobby e tutte le altre che ti offrono la possibilità di vendere on line senza avere un sito tuo.

  45. Interessante il pos, complimenti a chi l'ha redatto e altrettanto interessanti i vostri commenti, amici creativi.
    Mi pare di capire che a vostro avviso la soluzione ideale sarebbe avere un proprio sito e-commerce, con shop online incluso.
     VI PRESENTO LA SOLUZIONE! Nel mio sito GLI ARTIGIANAUTI.com ho creato un metodo, tramite svariate collaborazioni, che mi consentono di offrire GRATUITAMENTE, senza spese di commissioni, innumerevoli siti e-commerce con cui cominiciare il proprio business in rete. Ho già provveduto all'impostazione grafica del sito modello in modo che hi vorrà richiederlo, avrà già tutto proto per alzare le vele e partire! Inoltre il sito è interamente perosonalizzabile, per cui, in pochi semplici click è possibile cambiare il layout, tamplete, grafica, immagini,ecc.
    A ciò aggiungo il sostegno promozionale de GLI ARTIGIANAUTI tramite articoli, interviste, newsletter, ecc.
    Cosa ne dite? Problema risolto?!
    Serena.

  46. semplicemente straordinaria… favolosa anche la scelta del colore! Il mio prefeito in assoluto… e il fiore stacca proprio come un fiore in primavera… Bella e brava! Complimenti. Chiara

  47.  
    Ciao, provo a rispondere sulla qualità delle foto e dei commenti… siamo fiduciosi che lo standard generale si alzerà per una naturale spinta a confrontarsi con i venditori migliori del web, che producono già delle belle foto e delle ottime descrizioni. Mettere dei vincoli non è nella nostra filosofia "un po' anarchica" di cinghialetti selvatici 🙂
    Da parte nostra abbiamo puntato su una grafica che valorizzi i lavori dei creativi e stiamo lanciando degli strumenti per aiutare gli utenti a mettere online contenuti di ottima qualità. Provare per credere (mi sento tanto Guido Angeli della pubblicità di Aiazzone!!!)
    Per la strategia commerciale non possiamo svelare troppo ma abbiamo in Italia il caso di successo del settore moda che in venti anni ha conquistato il mondo, e vorremmo partire proprio da lì. Ciao e a presto

  48. Scusate se vado fuori argomento ,ma per vendere vorrei sapere che regole ci sono,poiché mia figlia mi incita a provare a vendere le mie cose ,mi ha anche regalato un sito tutto mio(!!!),ma poiché le venderei per pochi euro  ,sono restia ad affrontare le spese di tasse ,commercialista ,ecc.(quali altre spese ci sarebbero?)
    Ho letto questa dicitura in un blog e vorrei sapere,per piacere, se qualcuno sa se è vero:
     I lavori nel presente blog sono opera del mio ingegno, dichiaro di non esercitare l’attività del commercio al dettaglio di detti articoli in forma professionale bensì di praticarla in modo sporadico (commercio occasionale) non soggetto quindi alla discipline commerciali contenute nel D. Lgs 114/98 il quale, viceversa, regola le attività di commercio in forma professionale e continuativa.Con la presente dichiaro quindi, ai fini dell’applicazione dell’art. 4 comma 2 lettera h del Decreto legislativo del 31 Marzo 1998 n. 114 di esporre e di porre in vendita, in maniera occasionale e saltuaria, prodotti che sono il risultato e l’opera della mia creatività ed ingegno, che rientrano quindi nell’art. 4 comma 2 del D. Lgs 114/98 e non essere obbligata, di conseguenza, ad iscrivermi in nessuno dei Registri (obbligatori per gli imprenditori commerciali professionali) presso nessuna Camera del Commercio del Territorio Italiano in relazione agli articoli trattati.
    Grazie e scusate se sono fuori argomento!!!
    Vanda

    1. Al momento Vanda ti so dare quelle poche informazioni che ti ho dato anche in privato. Nel frattempo prometto che mi informo, ma sollecito chi ne sa più di me a scrivere due righe in merito.

  49. Concordo con Andrea Fiacchi, qualsiasi sia il sito a cui si decide di appoggiarsi, buone foto e descrizione accurata, sono indispensabili e indice di professionalità. Personalmente come entro in un sito che propone  handmade, che sia un sito di vendita, un blog o altro, e vedo foto fatte con il cellulare, sgranate e magari sulla tovaglia di plastica della cucina me la do a gambe levate.
     

  50.  
    Ciao e complimenti per il post, che fa luce sul mercato ampio dell’e-commerce handmade.
    Sono Andrea di Babirussa.it, e vorrei annunciare (e un po’ rispondere a quanto detto su di noi) che lo scorso week end abbiamo fatto il passaggio sui nuovi server e Babirussa ora è un cinghialetto che corre molto veloce. Se vi va, fate un giro per provare!
    Lulù affronta un tema importante, che è quello di rendere visibile un sito internet. Un bel problema, sia per i creativi che per le piattaforme di vendita. 
    Noi a Babirussa abbiamo una linea precisa: uscire dalla settorialità del mondo dell’hand-made e parlare a un pubblico più ampio, proprio cominciando da una ‘piazza difficile’ come l'Italia. Lo facciamo con mosse mirate, che come dice anche Alberto, spesso gli utenti non vedono perché sono rivolte all’esterno. La nostra sfida è creare un Babirussa-style, fatto di artigianalità, creatività e attenzione all'ambiente, così come ha fatto Etsy in America. E noi che siamo “l'Etsy a km 0” (definizione carina che rubo a un nostro recensore) facciamo tesoro della lezione con il nostro blog e tanti nuovi strumenti in uscita a giugno.
    Vorrei però chiudere con una provocazione/riflessione allargata per tutti gli attori dell’e-commerce italiano. L'Italia è un mercato acerbo e il futuro ci riserverà senza dubbio grandi soddisfazioni. Anche gli artisti ed i creativi devono però fare la loro parte. Un negozio, anche se virtuale, resta un negozio. Quando vedo sul nostro sito oggetti senza descrizione, o con foto sfocate penso al compratore che magari sarà scoraggiato o diffidente. Internet è fiducia, e una vetrina va sfruttata al massimo per compensare la mancanza di “tattilità”. I compratori avranno solo quegli elementi per scegliervi, per credere in voi.

    Che ne pensate? Ciao, a presto e grazie dell'ospitalità!

    1. Ciao Andrea, grazie per l’intervento. Io personalmente non ho nessuna vetrina ancora in rete e sto studiando attentamente le varie opportunità offerte dalle varie piattafome tra cui la vostra.
      Hai fatto bene ad informaci che avete cambiato server. Questo può essere utile per chi volesse scegliere Babirussa come vetrina on line.
      Comunque quello che non ho capito é: volete “uscire dalla settorialità del mondo dell’hand-made”? Ci potresti spiegare?

      Colgo la provocazione al volo riguardo ai creativi e alle loro vetrine, dicendoti che hai perfettamente ragione. Se c’è una cosa cui io personalmente faccio caso, sono proprio le foto scadenti che si vedono spessissimo negli shop on line. Forse molti pensano che per vendere in rete basti buttare lì qualche scatto senza rendersi conto che chi compra deve essere spinto a farlo solo basandosi su quello che vede.
      Chiedo: ma voi non potete inserire dei canoni minimi, riguardo alla qualità di foto e descrizione dell’oggetto in vendita, in modo da garantire anche all’acquirente un certo livello di qualità?

      P.s. Se non riesci a inserire il commento in coda al mio, scrivi un commento nuovo. Ho il form che mi dà qualche problema.

  51. Bel post, veramente molto molto interessante. Al momento ho due negozi, uno su Babirussa e uno su Dawanda, su Babirussa ho provato perché c'era la promozione che consentiva di non pagare nulla per tutto il 2011. Fino ad ora mi sono trovata bene su entrambi, Dawanda è fatto molto bene e il mercato che offre è ampio, Babirussa mi piace perché l'assistenza risponde velocemente, da un paio di giorni hanno cambiato server e si naviga velocissimi, e soprattutto hanno una serie di iniziative che mi fanno risparmiare molti soldi (prima usavo adwords per pubblicizzarmi, oppure dovevo stare molto dietro alle cose mandare una mailing), e invece il lavoro lo fanno loro, anche con una newsletter molto carina che secondo me punta ad un mercato più ampio di quello tradizionale dell'handmade. Ho provato blomming ma molto del lavoro resta comunque a me, e gratuito per gratuito al momento bene così. Grazie davvero del post  è molto utile!

  52. Grazie per questo post!!!!!!!!!!!
    Concordo sul fatto che la scelta personale deve tenere conto di tutti i fattori che interessano la/il creativa/o (visibilità, fruibilità, filosofia di vita…) e io, che conosco da poco questo mondo Blog e informatico…dovrò prima imparare da voi esperti =)
    Perciò…grazie ancora!
    Silvia

  53. Grazie per i commenti, prima di scrivere questo post in realtà ho chiesto molto in giro a chi già usa o ha usato questi negozi virtuali,ottenendo interessanti punti di vista. Si tratta comunque di opinioni differenti, perché differenti sono anche le aspettative e le valutazioni 🙂
    Mi fa piacere pensare che le soluzioni siano sempre in evoluzione, al pari con le esigenze delle persone che popolano questo variegato mondo! Grazie dell'intervento Alberto, ci è molto utile!

  54. Ciao Doria, grazie. Bellissimo blog il tuo. Ma si sa, noi genovesi… ;))) Aggiungo un cmt perché non sono riuscito a rispondere su. A parte le battute, condividiamo tutto. Mi piace molto il contributo di Lulù che ci conferma di essere sulla strada giusta: fornire uno strumento di vendita online in grado di presidiare diversi luoghi, tra cui anche i blog. Sul tema visibilità stiamo lavorando velocemente, e intanto facciamo molto, anche se chi è già iscritto non sempre lo vede, per valorizzare chi vende con noi. Sia con pubblicità (che, appunto, va a chi non è ancora iscritto, per questo non si vede 🙂 sia con campagne stampa. ChezBoboBijoux è finita su un magazine, per esempio http://ow.ly/i/bX0y ma è solo uno di moltissimi esempi. La maggior parte del lavoro, cmq resta sul web, e per questo avremo novità importanti il mese prossimo. Pagamenti: noi non diciamo quanto, ma abbiamo sempre detto chiaramente che Blomming sarà a pagamento. Il "quanto" sarà cmq a livello di quanto chiedono altri siti simili, ovviamente (sarebbe suicida fare altrimenti :D). Non lo diciamo ancora perché stiamo studiando: vogliamo capire quale sia la formula migliore. E lo facciamo con la community, vedi . Qui ci arrivano le richieste di nuove feature e già più di una volta abbiamo implementato funzionalità a cui noi non avevamo pensato. Crediamo che questo lavorare "insieme" sia di grande valore, anche se ci vuole un po' più di tempo. Ma speriamo anche di accelerare presto 🙂 Un saluto e grazie dell'ospitalità

  55. Il problema che io sento di più è proprio quello della visibilità: ero convinta che appoggiandosi a piattaforme già "lanciate", si riuscisse ad aumentare di un pelino la visibilità delle proprie realizzazioni, invece è il classico ago nel pagliaio. Stare dietro alla vetrina, mantenerla aggiornata e attirare visitatori diventa un altro lavoro. Io per il momento ho rinunciato, riproponendomi di pianificare meglio questa attività in futuro (per la cronaca, ho provato solo con Etsy: forse con le piattaforme italiane il discorso un po' cambia).
    Paradossalmente, mi arrivano più richieste dai contatti del blog e del mio sito / portfolio, perché a quanto pare chi cerca il tipo di prodotto che io offro (principalmente rilegature artigianali e grafica per matrimoni), si affida per prima cosa a Google 🙂
    E personalmente non mi dispiace il contatto diretto. Anche se è impegnativo da gestire!
    Ottimo post comunque, era proprio quello di cui avevo bisogno! 🙂

  56. Ciao! Io sono registrata e vendo tramite Blomming… devo dire che ho amato subito questo sito, pur essendo ancora in fase alpha  e quindi non completamente fruibile. Mi ci trovo bene, è semplice da usare, ha un'ottima veste grafica e  cosa importantissima, le menti creative del sito hanno aperto anche un'area feed dove confrontarsi, lanciare idee, trovare soluzioni comuni.
    E' vero che per ora è gratis, ma che quando entrerà in pieno regime ci saranno le commissioni sulle vendite, ma lo staff ha assicurato che ci sarà prima un'ampia discussione con i fruitori, al fine di stabilire insieme il costo.
    Blomming ha anche un magazine, che spesso propone cose estremamente interessanti, designer curiosi, o i creativi degli shop presenti nel sito.
     
    Dimenticavo… Blomming non è un sito di vendita dedicato sclusivamente ai creativi, ma a moltissime categorie merceologiche, come ebay!
     
    Secondo me, riassumendo … è da provare!
     

    1. Ciao Ila, sono felice che tu abbia colto l’invito a dire la tua opinione. Quello che mi interessa infatti è sapere le esperienze e i giudizi di chi già ha una vetrina on line, per poter mettere a confronto le varie opinioni sia positive che negative.

    2. Salve,vorrei capire una cosa,io e una mia amica vorremmo cominciare da zero ,producendo in casa degli oggetti e poi vendendoli online.Quello che non abbiamo capito è se per fare ciò bisogna aprire una partita iva come artigiano oppure se possiamo vendere liberamente.Grazie.

        1. Ciao Doria e grazie mille per avermi risposto.In realtà noi vorremmo creare dei gioielli in casa (non usando materiali preziosi ma materiali naturali) e poi venderli su internet.Qualche collana,qualche bracciale,qualche orecchino…insomma fare dei pezzi e poi metterli in vendita…questa sarebbe la nostra intenzione.

          1. Si d’accordo, non è tanto l’oggetto in se, quanto la vendita. Se apri un sito per vendere ci vuole p.i. e comunque dammi retta, senti un commercialista. Di questi tempi è bene non andare a tentoni.

    3. ciao a tutti,
      io da un po’ di tempo ho iniziato a fare creazioni con il fimo e vorrei lanciarmi su uno shop online…ma leggendo certi commenti non mi è chiara una cosa: ma serve aprire una partita iva?

    4. Salve, volevo fare una domanda…. nel tempo libero mi piace creare degli oggetti in fimo e li pubblico nel profilo Facebook ed alcune volte vendo qualche oggetto posso farlo o sono obbligato ad aprira partita iva??

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