Foto fai-da-te, 1° parte: errori comuni

Seguo il blog di Doria già da qualche tempo, oramai: di lei mi piace il giusto mix di creatività, umorismo, manualità e senso pratico, oltre alla nobile arte del riciclo di cui sono da sempre, geneticamente, sostenitrice. Non ci conosciamo di persona, ma penso di poter dire che nel corso del tempo si è creata una certa “simpatia virtuale”. Di certo è una persona di cui ho grande stima, di conseguenza, quando mi ha proposto di realizzare questo guest post, oltre ovviamente a sentirmi onorata, ho pensato a un argomento che potesse risultare utile a tutte le fruitrici del suo blog.
Molte di voi saranno probabilmente appassionate di artigianato, sartoria, bricolage, cucina e lavori creativi in genere: alcune avranno un proprio blog, una gallery su Flickr o una fan page su Facebook.
E qui veniamo al punto.
Quando si realizzano lavori creativi, ci si scontra prima o poi con una necessità fondamentale: mostrare le proprie opere.
E farlo, possibilmente, nel modo migliore!
Avrete di certo presente la classica foto “da catalogo”: è perfetta, l’oggetto è mostrato in tutte le sue caratteristiche (estetiche e funzionali), e non c’è nessun elemento intorno a distogliere l’attenzione da esso, ma semmai gli elementi di contorno (se ci sono) servono esclusivamente a valorizzarlo. Sono foto realizzate da professionisti speciati in still-life, un particolare genere fotografico che riguarda la fotografia di oggetti, e non a caso un fotografo di still-life si fa pagare fior di quattrini: pensate a quanto è importante la presentazione di un oggetto, potenzialmente destinato alla vendita, e a quanto possa essere penalizzante una foto di cattiva qualità.
Lo still-life è un genere fotografico non banale che richiede uno studio fotografico professionale (luci, diffusori, fondali) e spesso prevede anche la presenza di uno “stylist”, ovvero quella persona che “apparecchia”, per così dire, l’oggetto da fotografare. Questo però non vuol dire che non si possano ottenere delle foto efficaci e di buona qualità, anche utilizzando mezzi amatoriali.
Nel corso di questo post e dei due che seguiranno, vi darò qualche consiglio su come creare dei piccoli set fotografici utilizzando oggetti d’uso comune, che avete probabilmente già in casa, o che potete reperire facilmente in cartoleria.
Come attrezzatura fotografica, vi garantisco che si possono ottenere buone foto anche con una compattina da 70 euro, purché abbia una buona qualità d’immagine, uno zoom ottico 4x (almeno), e la possibilità di impostare manualmente alcuni settaggi. Naturalmente, se avete a disposizione una buona “compattona” (o bridge che dir si voglia), o meglio ancora una reflex (anche il modello più economico sul mercato), le cose saranno più semplici.
(Ricordatevi questa storia della “compattina da 70 euro” perché non è buttata lì a caso, ci torneremo più avanti)
Un altro oggetto che vi potrà tornare molto utile (e se non ce l’avete vi consiglio di procurarvelo) è un cavalletto: uno di quelli non molto grandi, in alluminio, con le gambe telescopiche, che richiuso occupa non oltre 40 cm di lunghezza, e che potete comprare spendendo non più di 10 euro. Tutte le fotocamere hanno l’attacco a vite per il cavalletto, e in alcune situazioni avere una base d’appoggio stabile fa la differenza tra una foto da buttare e una buona foto!
Apro e chiudo parentesi: devo dire che le foto di questo blog, complice probabilmente il marito(sto) appassionato di fotografia, sono tutte ben fatte e di buona qualità. Chissà però che alcuni dei miei consigli non possano tornare utili anche alla “padrona di casa” 😉
Cominciamo quindi, per prima cosa, ad elencare una serie di errori molto frequenti che vedo in giro, e che penalizzano terribilmente la presentazione di un oggetto. Sono tutti errori che si possono risolvere senza bisogno di attrezzatura costosa, ma solo con pazienza e un po’ di attenzione: se siete su questo blog, sono sicura che non vi manca né l’una né l’altra.
Quindi, bando alle ciance e via con gli esempi!
Errore n.1: utilizzare il flash incorporato
Lasciate che ve lo dica senza giri di parole: il flash incorporato È il male. Appiattisce gli oggetti, brucia i dettagli in primo piano, crea orride ombre nere, mette in evidenza qualsiasi imperfezione, ombra, riflesso dell’oggetto fotografato (e di tutto quello che c’è intorno), stravolge completamente l’aspetto e le texture naturali di qualunque cosa.
Oltre a questo, un oggetto illuminato da una fonte di luce proveniente dal punto di vista dell’osservatore, è quanto di più innaturale esista in natura (a meno che non siate abituate a girare al buio e con un casco da minatore in testa).
Il flash incorporato NON si deve usare per fotografare gli oggetti.
E su questo sono categorica! 🙂
Soluzione: utilizzare una fonte di luce alternativa
Lo so che spesso non c’è abbastanza luce, che molte di noi hanno case non troppo luminose (io abito in un seminterrato!), che spesso completiamo i nostri lavori più belli a notte fonda, e so anche molto bene che quando si conclude un lavoro è difficile resistere all'”urgenza” di fotografarlo, ma credetemi, esistono molte alternative al flash incorporato, anche se non abitate in un superattico e non potete scattare le vostre foto alla luce naturale e in pieno giorno!
Quindi, come prima cosa, disattivate il flash. Cercate sulla vostra macchina il pulsante con questo simbolo e premetelo finché sul display non appare questo
che indica che il flash è stato disattivato. Adesso possiamo cercare una sorgente di luce alternativa: una finestra, una lampada da tavolo, un faretto. Spostate l’oggetto e/o la fonte di luce e verificate in quali condizioni i dettagli che vi interessano sono più valorizzati. Ricordate che per avere luce più intensa, dovete avvicinare l’oggetto alla fonte di luce (o il contrario), e viceversa.
Non c’è abbastanza luce? È il momento di tirare fuori il cavalletto, allora!
Se avete un flash esterno con la parabola orientabile, non puntatelo direttamente sull’oggetto: provate a puntarlo sul soffitto o su una parete bianca, e sarà come avere un enorme pannello riflettente che creerà una luce soffusa e ammorbidirà le ombre. In alcune situazioni, può essere un’ottima soluzione d’emergenza!
Spiegherò come gestire al meglio la luce (naturale o artificiale) nel secondo post della serie.
Errore n. 2: foto mossa o sfocata
Sono due situazioni diverse, ma il risultato è lo stesso: i dettagli sono impastati e poco nitidi.
1) Una foto mossa, o più propriamente “micromossa” (foto a sinistra), è causata dal fatto che la macchina fotografica è stata spostata durante lo scatto. Per quanto possiate avere la mano ferma, per tempi di scatto più lenti di 1/30 – 1/60 di secondo (denominatore più basso = tempo più lento), è difficile avere una foto perfettamente ferma scattando a mano libera.
Il tempo di scatto potete verificarlo facilmente se avete una reflex o una bridge, mentre nelle compatte un tempo troppo lungo viene di solito segnalato sul display con questo simbolo che significa proprio “ehi, attenzione che se scatti a mano libera la foto verrà mossa!”
2) La foto sfocata (foto a destra) è invece il risultato di una messa a fuoco poco accurata (esempio tipico: parete di fondo a fuoco e oggetto in primo piano fuori fuoco), oppure dal fatto che vi siete avvicinate troppo all’oggetto da fotografare. Tutti gli obiettivi hanno una distanza minima di messa a fuoco, il che vuol dire che non possono mettere a fuoco oggetti troppo vicini.
Soluzione: utilizzare un cavalletto e/o curare la messa a fuoco
1) Per eliminare il micromosso, dovete aumentare la luce in modo da avere un tempo di scatto più breve, oppure utilizzare un cavalletto. Quando scattate a mano libera, assicuratevi di avere abbastanza luce da scattare almeno a 1/125 – 1/250 di secondo, o da far sparire il simbolo se utilizzate una compatta. Impugnate la macchina con due mani (anche se è una compattina minuscola) e cercate di scattare con mano ferma.
Se non potete aumentare la luce, dovete utilizzare un cavalletto. Non avete il cavalletto? Appoggiate la macchina fotografica su un tavolo, su una sedia, su una pila di libri: l’importante è che abbia una base d’appoggio stabile. Attenzione, perché con tempi molto lenti (cioè con poca luce) anche la semplice pressione del pulsante di scatto può muovere la macchina e causare il micromosso: in questo caso, utilizzate un telecomando o, se non lo avete, attivate il timer dell’autoscatto, indicato di solito con il simbolo che vi permette di far passare un certo numero di secondi (in genere 10, ma su alcune macchine è regolabile: ne bastano anche 2 o 3) tra la pressione del pulsante, e lo scatto. Questo è un espediente che va utilizzato quando si usano tempi più lenti di 1/15 di secondo.
2) Per scattare foto a fuoco, evitate di avvicinarvi troppo all’oggetto: eventualmente allontanatevi e utilizzate lo zoom (il che comporta una serie di altri vantaggi di cui parlerò più avanti).
Curate la messa a fuoco: non si tratta solo di inquadrare e scattare. Di solito nel mirino l‘area di messa a fuoco è indicata con dei rettangolini o con un cerchio, ed è possibile “bloccare” la messa a fuoco premendo a metà il pulsante di scatto. Quindi decidete qual è il dettaglio più importante, inquadrate in modo da posizionarlo nell’area di messa a fuoco, premete a metà il pulsante di scatto e aspettate il segnale che indica che la messa a fuoco è stata impostata (di solito è un odioso “bip”, in alcune macchine invece appare un pallino verde da qualche parte nel mirino o nel display), mantenete premuto a metà il pulsante di scatto e correggete l’inquadratura, e a quel punto potete scattare.
Molte compatte hanno una funzione che abilita la messa a fuoco da vicino, guardate se da qualche parte c’è un pulsante con questo simbolo e se c’è, attivatelo.
Non abbiate fretta e fate le cose per bene. Consultate il manuale della vostra fotocamera per capire come funzionano l’autofocus e il blocco della messa a fuoco.
Se avete una reflex e delle lenti molto luminose, ricordate che non sempre è bene aprire il diaframma alla sua massima apertura, perché riduce drasticamente la profondità di campo (effetto lama di rasoio, un dettaglio a fuoco e tutto il resto no, il che non sempre va bene per le foto agli oggetti). In generale, tenetevi al di sopra di f/3.5-f/4.
Errore n. 3: bilanciamento del bianco errato
La luce non è tutta dello stesso colore: la luce di una lampadina ha un colore diverso dalla luce di un neon, che ha un colore diverso dalla luce del sole all’alba, che ha un colore diverso dalla luce del sole a mezzogiorno, e così via. L’occhio umano è fatto per adattarsi a questi cambiamenti di colore, e quindi non ce ne accorgiamo. Il sensore di una fotocamera non è intelligente come l’occhio umano, e a volte fa un po’ di casino!
Lo potete vedere nei due esempi: la foto a sinistra è illuminata con una comune lampadina a incandescenza, quella a destra è illuminata dalla luce indiretta del sole attraverso una finestra. In entrambi i casi, il bilanciamento del bianco (white balance) era sbagliato. Anche se la forma degli oggetti è ancora ben visibile, i colori sono completamente stravolti. E non vogliamo che questo succeda, vero? 🙂
Soluzione: impostare manualmente il bilanciamento del bianco
Ed ecco le stesse condizioni di luce, con il bilanciamento del bianco (o white balance, o wb) corretto. Nella maggior parte dei casi, il wb automatico svolge perfettamente il suo scopo, ma nei casi in cui, invece, i colori vengono fuori sbagliati e innaturali, dovrete impostare manualmente il wb.
Cercate tra i pulsanti o nei menu interni, la voce “wb” o “white balance” o “bilanciamento del bianco”, e scegliete tra le varie opzioni quella che corrisponde alla vostra sorgente di luce.
Se state utilizzando una lampada a incandescenza (foto a sinistra), impostate il wb su “incandescenza” o “tungsteno” (di solito ha il simbolo di una lampadina)
Se state utilizzando una lampada a basso consumo o un neon, impostate il wb su “fluorescenza” (di solito ha il simbolo di un rettangolo con raggi di luce intorno)
Se state utilizzando luce naturale (foto a destra), provate le varie opzioni “luce solare” (simbolo sole), “ombra” (simbolo con la casetta) o nuvoloso (simbolo con la nuvola) e scegliete quella che vi sembra abbia un risultato migliore.
In alcune macchine esiste anche la possibilità di utilizzare un wb “premisurato” che permette una regolazione molto più accurata, ma è un argomento un po’ complesso da spiegare in poche righe: vi consiglio di consultare il manuale della vostra fotocamera per capire meglio se c’è e come utilizzarlo.
Errore n. 4: sfondo che crea confusione o cattiva inquadratura
Vedo spesso oggetti bellissimi fotografati su sfondi completamente casuali, con oggetti che distolgono l’attenzione (foto a sinistra), oppure da angolazioni sbagliate, che li appiattiscono (foto a sinistra), o che creano distrazione a causa dello sfondo (foto a destra, dove la linea obliqua del bordo del tavolo interferisce con il bordo della tazzina)
Soluzione: allontanare l’oggetto dallo sfondo, variare l’angolo dell’inquadratura
La soluzione più semplice per evitare che lo sfondo diventi elemento di disturbo, è sfocarlo. Per fare questo: allontanate l’oggetto dallo sfondo, allontanatevi dall’oggetto e utilizzate lo zoom. Spiegherò meglio tutto questo nel terzo post di questa serie, dedicato alla gestione dello sfondo, quindi pazientate un pochino!
Variate l’angolo dell’inquadratura in modo da escludere gli elementi di disturbo (foto a sinistra), oppure da integrarli armonicamente con l’oggetto in primo piano (foto a destra).
Attenzione anche a un’altra cosa: siamo abituate a poggiare l’oggetto su un tavolo e poi fotografare dal nostro punto di vista (cioè, se siamo in piedi, dall’alto), il che può produrre una prospettiva “schiacciata”. Provate a cambiare punto di vista: mettetevi alla stessa altezza dell’oggetto (foto a destra).
Quando controllate il risultato, guardate la foto nel suo insieme, non preoccupatevi solo dell’oggetto in primo piano!
Errore n. 5: sequenze di foto troppo simili tra loro
E’ un errore che vedo spesso su Flickr e su Facebook: scattate tante foto da varie angolazioni, perché volete (giustamente) che siano visibili tutti i particolari, e poi nel dubbio le pubblicate tutte. Il risultato è che spesso ci sono molte foto simili tra loro, che annoiano inutilmente chi scorre le vostre gallery!
Soluzioni: cercare inquadrature differenti e significative
In fotografia più che mai “less is more”, o per dirla in altro modo, meglio poche foto ma buone. Imparate a selezionare gli scatti. Molti oggetti possono essere mostrati in tutte le loro caratteristiche fondamentali con un unico scatto fatto veramente bene.
Se pensate che una sola foto non basti, cercate angolazioni significative e molto diverse tra loro, che permettano davvero di apprezzare i differenti dettagli dell’oggetto che state fotografando. Può essere un buon punto di partenza avere una foto frontale, una dall’alto, un dettaglio, ma ovviamente dipende da che tipo di oggetto abbiamo davanti.
Suggerimento: un semplice set fotografico
Ecco la condizione ottimale in cui fotografare un oggetto senza perdere troppo tempo: un tavolo con una tovaglia bianca, una parete di colore uniforme e possibilmente neutro (basta una piccola porzione di parete sgombra per un oggetto piccolo) e una finestra aperta.
Per scattare, posizionatevi in modo da avere la finestra di lato: così non farete ombra con il vostro corpo, e la luce sarà laterale, piacevolmente morbida. Se c’è sole che batte sulla finestra, chiudete le tende.
Nella foto a sinistra potete vedere il mio stratosferico set fotografico; a destra e in basso, il risultato.
Ripassate l’elenco degli errori comuni e controllate di averli eliminati tutti. Verificate il wb, curate l’inquadratura, abbassatevi quanto serve, allontanatevi e utilizzate lo zoom. Nel caso non ci fosse abbastanza luce, utilizzate il cavalletto: è vostro amico!
Se volete arricchire la scena con elementi naturali (rametti, foglie, fiori) cercate qualcosa di colore neutro, o che richiami i colori dell’oggetto che state fotografando, e posizionatelo in maniera armoniosa nella foto, senza mai esagerare.
Per le foto di questo post e parte delle foto dei prossimi post, ho preso in prestito la cucina di mia mamma perché:
1) in casa mia le finestre sono troppo alte (seminterrato, do you remember?)
2) volevo uno scenario neutro in cui dovermi arrangiare con quello che trovavo sul posto (sfida personale, diciamo)
3) mia mamma si diverte come una pazza a curiosare mentre io allestisco improbabili set.
Ho preso in prestito anche le sue tazzine perché lei dice che sono “tanto fotogeniche”… come darle torto!
Grazie ancora a Doria per l’ospitalità, per oggi è tutto e studiate perché la prossima volta… interrogo! Scherzi a parte, la prossima volta parleremo di come gestire la luce, e vi prometto che ce la faremo anche se avete una casa piccola e buia!
Guest post di Luciana Ognibene
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Adesso ci vediamo nello spazio dei commenti per domande e quant’altro. 😉
Per vostra comodità trovate la lezione in versione da stampare
QUI→ Foto fai da te 1° lezione: gli errori comuni
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Leggi anche le altre lezioni:
Foto fai-da-te, 2° parte: gestire la luce
Foto fai-da-te, 3° parte: gestire lo sfondo
Adesso ci vediamo nello spazio dei commenti per domande e quant’altro. 😉
Per vostra comodità trovate la lezione in versione da stampare QUI→ Foto fai da te 1° lezione: gli errori comuni