Cosa si può imparare dai racconti dei nonni?

Scritto da Doria
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“Ho sempre pensato che il modo migliore per insegnare ai ragazzi sia raccontare una storia”: queste parole sono di R.J.Palacio -autrice di due bellissimi libri come Wonder e Il libro di Julian che ho appena finito di leggere- e perdonatemi se le faccio mie.

I racconti dei nonni

Se chiudo gli occhi e penso “da quali cose ho imparato più cose”, rispondo: dai racconti di mia nonna. Quelli che cominciavano con “ai miei tempi…” erano i più istruttivi e, manco a dirlo, emozionanti.
Quando ero piccola, mi raccontava spesso di come una mattina si fosse svegliata con la neve sopra la testa per colpa del tetto rotto, di come fosse la vita in una casa illuminata solo dalle candele, di come fosse avere il bagno fuori, di quanto le dispiacesse non aver mai imparato a leggere e a scrivere, dei sui buffi rimedi per curare la febbre, di quanto pane e cipolle avesse mangiato, di quanta paura facesse il fischio delle bombe e di tutto quello che aveva provato nel periodo della guerra. Dai suoi racconti ho imparato più che da qualsiasi libro.

Ho imparato che non mi dovevo lamentare se in casa ogni tanto faceva un po’ freddo e se avevo il bagno senza i termosifoni, che non dovevo avere paura se ogni tanto saltava la luce, che anche se era dura svegliarsi la mattina presto ero fortunata ad andare a scuola, che erano meglio i suoi buffi rimedi per la febbre di quella antipatica supposta che mi dava il dottore, che il pan col pomodoro era proprio buono e che la guerra era una cosa brutta e terribile che non sarebbe mai più dovuta accadere.

Sono così tante le cose che mi ha raccontato che potrei continuare per ore. Attraverso i suoi racconti mi sono fatta un’idea, ho provato emozioni e attraverso i suoi occhi ho visto il freddo, il buio, la fame, la guerra ma senza provarne paura.

proverbio africano
Non posso fare a meno di pensare a quanto sia vero un proverbio africano che dice “per crescere un bambino ci vuole un intero villaggio”. Sentir raccontare direttamente dai nonni le loro storie -o da persone adulte fidate e vicine- per un bambino rappresenta un importante momento educativo difficilmente sostituibile con altro: si immedesimano, apprendono, imparano a riconoscere e a gestire emozioni, condividendo momenti di piacere con il narratore, con il quale si crea inevitabilmente un rapporto speciale. Ed è un po’ quello che è successo ne Il libro di Julian.

Wonder e Il Libro di Julian

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Alcune settimane fa ho avuto la fortuna di leggere due libri che forse avrai sentito nominare: Wonder, che ha venduto milioni di copie (e sì dai, devi averlo sentito nominare per forza) e Il Libro di Julian entrambi di R.J.Palacio.
Non mi vergogno a dirlo ma ho pianto sia per l’uno che per l’altro e se mi consenti di consigliarti delle letture per questa estate, ti dico di leggerteli tutti e due, prima l’uno poi l’altro.

Non ti faccio né un riassunto, né una recensione (che se non li hai letti poi ti rovino la sorpresa). Sappi solo che toccano il cuore, fanno riflettere, emozionano profondamente non solo i ragazzi (i due libri sono rivolti soprattutto a loro) ma anche gli adulti.

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E se il primo, mi ha coinvolta emotivamente anche per motivi personali -Wonder infatti mi ha confermato che le persone a cui “sembra” che la natura e la vita abbiano tolto qualcosa, in realtà hanno, in termini di sensibilità, forza e ironia, molto di più delle persone comuni- il secondo mi ha sorpreso e commosso, riportando sotto ai riflettori il ruolo importante dei nonni e dei loro racconti.
Nel libro di Julian infatti la presenza di una nonna speciale e sensibile (anche a lei la vita aveva tolto qualcosa) che trova il modo e il momento giusto per raccontare un momento drammatico della sua vita, dà una svolta non solo al libro ma anche alla vita di Julian.

E tu, che ricordo hai dei racconti dei tuoi nonni?
Quante cose hai imparato da loro? Dai, racconta!

libro di JULIANP.S. Se come mi auguro, leggerai Il libro di Julian (ma ti ricordo di leggere prima Wonder), ricordati di farmi sapere se ti è piaciuto e di condividere sui tuoi social le tue emozioni con hashtag #ioscelgolagentilezza.

Buona lettura!

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